Perché gli italiani abbandonano Londra? Non parliamo di turismo e nemmeno di fuga di cervelli. Parliamo di investimenti immobiliari: Londra è da sempre meta del denaro degli italiani che vogliono investire nel mattone, convinti che sia redditizio come poco altro. Una convinzione un po’ superata, è vero, ma non per questo completamente falsa, anzi. Proprio a Londra un immobile rende mediamente il 3% ed ha un mercato “liquido”. Insomma, comprare e vendere è fattibile ed anche in poco tempo, in maniera tutto sommato semplice. La legge della domanda e dell’offerta rivela quanto gli italiani si siano affidati proprio a questa liquidità per i propri investimenti. Una tendenza che, da quando la Brexit ha cominciato a produrre i propri effetti, è sicuramente diminuita e negli anni potrebbe sparire. Il motivo? La cosiddetta “super IMU”, ufficialmente “IVIE“.
Effetto Brexit e investimenti immobiliari: gli italiani abbandonano il mattone?
Rispondiamo subito: no. Gli italiani non hanno abbandonato il mattone come forma di investimento, anzi la tendenza è rimasta simile al pre-Brexit in territorio britannico. In senso più ampio possiamo però dire che tanti investitori ancora scelgono il mattone nonostante tutto. Il “mito” del mattone come unico vero investimento sicuro è sicuramente crollato rispetto al passato, ma non perché non sia valido, semplicemente perché negli ultimi anni sono emerse anche tante altre forme di investimento.
Un inevitabile processo di conoscenza, differenziazione e innovazione che ha toccato anche gli investitori. Nonostante questo, possiamo certamente spingerci a dire che l’effetto Brexit si è sentito, in alcuni settori molto più che in quello immobiliare. L’impatto è stato forte, la transizione dai tempi UE alla attuale “indipendenza” è stata dura e lunga, molto lunga, ma questo era sostanzialmente inevitabile.
In ogni caso, la tendenza a continuare ad investire in Inghilterra, in particolare nelle grandi città, non si è fermata. La Regina, in tal senso, è senza ombra di dubbio Londra. Il mercato liquido di cui abbiamo parlato in precedenza interessa proprio la città di Londra ed è proprio questo il centro nevralgico degli affari in terra britannica.
Una città che, oltre ad essere molto grande e cosmopolita, si è affermata negli anni come destinazione di milioni, miliardi di euro di investimenti immobiliari, anche da tantissimi italiani. Ma, ora che arriva la stangata della “Super IMU”, cosa cambierà?
Super IMU: cos’è e perché potrebbe cambiare le carte in tavola
La Super IMU non è altro che un’imposta sulla casa che, somigliando alla nostrana IMU, è decisamente indigesta per i titolari di abitazioni in terra britannica. Parliamo in particolare proprio di quegli investitori che hanno deciso di destinare il loro denaro proprio a quel mercato, acquistando proprietà più o meno grandi nel centro di Londra, consapevoli che una svalutazione è alquanto improbabile e che in caso di necessità la vendita sarebbe molto rapida.
La Super IMU, ora, cambia davvero le carte in tavola: parliamo di una vera e propria patrimoniale. L’imposta sarebbe dello 0,76%, ma ad essere cambiato è anche il metodo di calcolo della base imponibile, il che la rende per i proprietari un vero e proprio salasso.
Come riporta il “Sole 24 Ore”, parliamo di una IVIE stimata di circa 10.000 sterline a fronte di una proprietà dal valore di un milione di sterline. Può sembrare tanto questo valore di riferimento, ma è in realtà un prezzo assolutamente nella media (se non sotto), per le abitazioni nel centro di Londra. In particolare, sarebbero fortemente colpiti i proprietari di case medio-piccole, in proporzione, il che se possibile accentua ulteriormente il malcontento.
Ma non è tutto: un proprietario di casa a Londra, oltre all’IVIE, deve pagare anche le tasse locali, le spese di condominio e la tassa di successione (la cosiddetta inheritance tax ammonta a circa il 40%). Ora si intuisce che, anche a fronte della liquidità del mercato immobiliare londinese, l’investimento da quelle parti non è più così tanto un affare.
Effetto Brexit e Super IMU: cosa succede?
L’esodo è ora apparecchiato, ma non è ancora detto che avvenga. C’è da considerare infatti un aumento medio degli affitti che potrebbe controbilanciare questa patrimoniale, o almeno così sperano tanti proprietari. Solo la dichiarazione dei redditi 2021 può scogliere questo dubbio, ma se l’esito dovesse essere negativo c’è da aspettarsi una diminuzione delle proprietà estere decisamente consistente.
Parliamo di circa 104.000 italiani nel 2020 che hanno dichiarato di avere investimenti immobiliari all’estero, già in tendenza leggermente negativa rispetto al 2019, che a questo punto potrebbero ulteriormente decrescere. Non resta che attendere e capire l’impatto che questa nuova Super IMU avrà sulle scelte di investimento degli italiani.
Dopo una laurea in Marketing e un master in Digital Marketing a Edimburgo, lavoro nel mondo del Digital Marketing da 2 anni.
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