07 Settembre 2022, 16:36

La situazione attuale, dal punto di vista economico, non è particolarmente rosea. A spaventare gli italiani ed i cittadini di tutto il mondo c’è un fenomeno molto importante di cui si sente parlare sempre più spesso: l’inflazione. Essa si traduce in aumenti generalizzati dei prezzi che portano sostanzialmente a maggiori costi per tutti i beni disponibili sul mercato. L’effetto è negativo sul potere d’acquisto delle famiglie: a parità di entrate le spese sono maggiori per lo stesso bene o servizio disponibile sul mercato.

L’effetto a catena è partito dall’aumento del costo del gas, ma possiamo definire più genericamente la guerra come la causa di questo fenomeno. La guerra porta incertezza (anche economica) e costringe i cittadini a fare i conti con effetti negativi anche indiretti.

Vediamo dunque cosa aspettarsi per luce e gas negli ultimi mesi di questo 2022.

Aumento costi luce e gas: cosa succede?

Luce e gas sono aumentati moltissimo negli ultimi mesi, toccando picchi molto elevati e costituendo un grande problema per le famiglie e per l’economia in generale. La causa principale, come già detto, è la guerra e sembra essere un problema destinato a non risolversi in brevissimo tempo.

In generale, possiamo dire che nel prossimo futuro possiamo aspettarci ulteriori aumenti dei costi di luce e gas; tuttavia ci si auspica un potenziale assestamento di questi costi, portando quanto meno ad un po’ di stabilità.

I governi sono in azione per trovare misure puntuali ed efficaci, cosa che accade anche in Italia. Fronteggiare questa situazione però non è per nulla semplice e, contemporaneamente, la maggior parte delle soluzioni può avere solo natura temporanea. Proprio una soluzione di natura temporanea potrebbe divenire effettiva a partire dal 1° ottobre: di cosa si tratta?

Impennata costi luce e gas: cosa succede in autunno

Dal 1° di ottobre cambierà il metodo di calcolo del prezzo del gas. Ciò significa che, semplificando un po’, il listino di riferimento sarà il PSV (Punto di Scambio Virtuale) e non più il TFT (Title Transfer Facility) di Amsterdam; inoltre l’aggiornamento sarà mensile e non più trimestrale.

Ciò dovrebbe favorire le fluttuazioni di mercato e quindi i consumatori, portando ad un aggiornamento più frequente e, in teoria, a benefici più immediati nel momento in cui i prezzi del gas dovessero scendere anche in maniera leggera.

Il gas ha toccato il prezzo di 343 euro per megawattora nel TFT e questo cambiamento potrebbe segnare una fase di diminuzione del costo del gas o, quantomeno, una sua stabilizzazione. A tal proposito si è espressa in questo modo l’Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente): “Le misure adottate, pur non potendo agire strutturalmente sugli eccezionali livelli dei prezzi di mercato, mirano a rendere più sicure le forniture ai consumatori. Naturalmente – continua l’Arera – a questi interventi è necessario affiancare iniziative nazionali e internazionali, per ripristinare l’equilibrio tra domanda e offerta, come la riduzione della prima su base volontaria e l’identificazione di meccanismi per la gestione di interventi in caso di emergenza.”

Il tetto nazionale non è una soluzione. Questa però può essere una buona mossa almeno temporaneamente, anche in attesa di capire le azioni a livello governativo per contenere gli effetti negativi del caro vita.

Il costo del gas è certamente un problema per la famiglia media italiana, così come l’inflazione in generale; questa notizia però potrebbe avere un impatto positivo sul portafoglio degli italiani e consentire una fluttuazione di prezzo, nel bene e nel male, più rapida e tempestiva.

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