28 Luglio 2021, 19:26

Come mai del bonus vacanze 2020 – che, a fronte della crisi Covid-19, avrebbe regalato alle famiglie italiane fino a 500 euro da utilizzare per le proprie vacanze in Italia – è stato speso meno del 10% dei fondi stanziati?

É la domanda che si è posta Debora Nozza, ricercatrice in ambito Data and Marketing Insights presso l’Università Bocconi.

Nozza infatti sta lavorando ad un progetto di ricerca denominato MONICA (MONItoring Coverage, Attitudes and Accessibility of Italian practices in response COVID-19) che cerca di capire cosa pensano gli italiani delle misure economiche volte a combattere la povertà e la disoccupazione a seguito della pandemia, con l’obiettivo di rendere più accessibili le informazioni relative a tali misure.

Un problema serio che devono affrontare i potenziali beneficiari delle misure socio-economiche, infatti, è la complessità linguistica delle informazioni disponibili, che sono spesso scritte in un legalese eccessivamente formale e burocratico, tanto da risultare incomprensibile ai più.

Il bonus vacanze non è l’unico aiuto governativo a non aver riscosso un grande successo. Il governo italiano ha reagito alla crisi del COVID-19 con una serie di misure economiche volte a sostenere la larga fetta di popolazione (più della metà) che ha subito un calo del proprio reddito. Anche il più generoso reddito di emergenza al 30 giugno 2021 è stato richiesto solo da un quarto degli aventi diritto.

Analizzare i dati, semplificare, migliorare: come funziona MONICA

“MONICA fornirà strumenti concreti per identificare la copertura all’interno della popolazione target, permettendoci di raccogliere le loro opinioni e atteggiamenti sulle misure socio-economiche italiane”, afferma il dott. Nozza. In primo luogo, indagherà sulla copertura Internet della popolazione target. Utilizzando tecniche di apprendimento automatico all’avanguardia, analizzerà le opinioni sia nei dati dei social media che nelle notizie su specifiche misure di assistenza sociale. “Inoltre”, continua il dott. Nozza, “stratifichiamo queste opinioni per attributi socio-demografici, ad esempio posizione, sesso, età, istruzione e reddito”.

“Per questo motivo”, conclude il dott. Nozza, “rilasceremo un nuovo strumento di ricerca intelligente per classificare e semplificare i siti web. Questo strumento consentirà ai cittadini di ottenere informazioni comprensibili indipendentemente dalla loro istruzione o lingua madre. Svilupperemo metodi per semplificare automaticamente i contenuti del sito web in base alla lingua dell’utente. Ciò ci consentirà di adattare la semplificazione alla lingua madre dell’utente selezionando parole che l’utente potrebbe trovare difficile da usare a causa della sua conoscenza linguistica”.

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