30 Agosto 2022, 10:58

Cos’è la diagnosi energetica? È obbligatoria? Quali sanzioni si rischiano? Proviamo a rispondere a queste domande nel corso dell’articolo, basandoci sulla normativa vigente e sui vincoli rispetto a questo strumento.

La diagnosi energetica, infatti, non è altro che uno studio dei consumi dell’azienda e della sua situazione in termini di energia utilizzata con un obiettivo ben preciso: studiare tali consumi, tracciarli in maniera precisa e definire le modalità per risparmiare. L’efficientamento energetico è un importante obiettivo per le case dei privati, sono però in realtà le aziende a consumare di più per evidenti esigenze.

L’obiettivo di efficientamento energetico è dunque particolarmente importante; da un lato per diminuire i consumi e gli sprechi, dall’altro per permettere all’azienda stessa di risparmiare sui costi dell’energia, fondamentale nel 2022.

I costi dell’energia sono infatti schizzati alle stelle nel corso degli ultimi mesi e migliorare l’efficienza energetica è divenuto ancora più importante e urgente. Alcune aziende energivore, addirittura, si sono ritrovate in difficoltà nel sostenere l’intero sistema a causa di questo aumento imprevisto dei costi.

Diagnosi energetica: cos’è e per chi è obbligatoria

La diagnosi energetica, in prima battuta, è utile per comprendere quali siano i consumi e per andare verso l’efficientamento degli stessi. È però obbligatoria per le grandi imprese e per le imprese ad alta intensità energetica.

Il parametro vincolante è il primo: le grandi imprese. Significa quelle imprese che hanno più di 250 dipendenti, un fatturato superiore a 50 milioni di euro e/o un bilancio annuo che supera i 43 milioni di euro. Un criterio puramente quantitativo, che però non definisce nulla circa il profilo energetico dell’impresa.

La definizione di azienda ad alta intensità energetica, invece, fornisce qualche indicazione in merito e in particolare si basa sulla sussistenza di queste due condizioni lungo l’anno solare: almeno 2,4 GW/h di elettricità e almeno 2,4GW/h di energia non elettrica, unite ad un rapporto tra costo effettivo dell’energia e totale dei ricavi di almeno il 3%.

In sostanza, si considera da un lato il consumo puro, dall’altro il rapporto tra tale consumo (cioè il costo) ed i ricavi. Ci sono aziende che superano largamente questa misura del 3%, ma si tratta del livello minimo per poter definire un’azienda ad alta intensità energetica.

In ogni caso, la diagnosi energetica va svolta obbligatoriamente ogni quattro anni per le aziende che godono delle agevolazioni per imprese energivore; essa viene certificata da un ente autorizzato che si basa sull’intero ciclo produttivo per definire i consumi e delineare vere opportunità di efficientamento. I calcoli devono essere dettagliati, in quanto il primo step obbligatorio riguarda il tracciamento dei consumi, mentre solo successivamente si determinano eventuali miglioramenti possibili proprio alla luce di questi dati.

Efficienza energetica e obblighi: ecco cosa sapere

L’Enea è l’ente incaricato a livello nazionale per quanto riguarda il controllo del rispetto del vincolo esposto in precedenza, vale a dire della diagnosi energetica ogni quattro anni. In generale, l’ente garantisce il controllo annuo del 3% delle imprese che sono sottoposte a questo obbligo.

Ma cosa succede se non si rispettano i criteri e gli obblighi? In caso di mancata diagnosi energetica entro i termini stabiliti, la sanzione parte da una cifra pari a 4.000 euro e può arrivare fino a 40.000. In caso invece di dati mancanti o non conformi alla normativa (ma la diagnosi energetica c’è) la sanzione è dimezzata, da 2.000 a 20.000 euro.

La battaglia per l’efficientamento energetico, come abbiamo visto, passa certamente per le case e le abitudini degli italiani, ma senza un passaggio altrettanto deciso e preciso nelle aziende, soprattutto quelle di grandi dimensioni, lo sforzo rischia di essere vano. Ecco perché la diagnosi energetica è così importante e non può essere trascurata, non solo per non incorrere in sanzioni e conseguenze che, comunque, sono mediamente sopportabili per una azienda in salute dal punto di vista economico finanziario.

Insomma, non è obbligatorio fare la diagnosi energetica per non prendere multe, ma piuttosto per adottare il giusto comportamento nei confronti dei consumi e risparmiare laddove possibile.

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