
Lo scorso anno è stato approvato il testo della Direttiva Case Green che è stata definitivamente votata alla Plenaria di Strasburgo con 370 voti favorevoli. Grazie alla Direttiva sono state definitivamente stabilite le regole che da adesso in avanti saranno i pilastri per un’edilizia sostenibile.
Facciamo il punto della situazione ed esaminiamo i possibili scenari nazionali e internazionali riguardanti la Direttiva UE Case Green.
Le novità introdotte dalla Direttiva Case Green
La direttiva impone che tutti gli edifici privati di nuova costruzione raggiungano lo standard di emissioni zero entro il 2030. Per quanto riguarda gli edifici nuovi occupati da enti pubblici o di proprietà pubblica, questo obiettivo deve essere raggiunto due anni prima, entro il 2028.
Per gli edifici residenziali esistenti, i Paesi membri sono tenuti ad adottare misure per ridurre l’energia primaria media utilizzata entro il 2030 del 16% rispetto al 2020, ed entro il 2035 del 20-22%. È inoltre richiesta la ristrutturazione del 16% degli edifici non residenziali con le prestazioni più basse entro il 2030 e del 26% entro il 2033. Questa ristrutturazione dovrebbe includere l’introduzione di requisiti minimi nazionali di prestazione energetica per tutto il settore dell’edilizia.
Inoltre, i Paesi membri devono promuovere l’installazione progressiva di impianti solari negli edifici pubblici e non residenziali, nonché in tutti i nuovi edifici residenziali entro il 2030, laddove tecnicamente ed economicamente fattibile.
È richiesto che gli Stati membri sviluppino misure vincolanti per decarbonizzare i sistemi di riscaldamento e raffreddamento, eliminando gradualmente i combustibili fossili entro il 2040. A partire dal 2025, verrà vietata la concessione di sovvenzioni per le caldaie autonome a combustibili fossili, mentre gli incentivi finanziari per i sistemi di riscaldamento basati su energie rinnovabili saranno ancora possibili.
Tuttavia, la nuova normativa non si applica agli edifici agricoli e storici. Gli Stati membri hanno la possibilità di escludere altri edifici protetti per il loro valore architettonico o storico, così come gli edifici temporanei, le chiese e i luoghi di culto.
Cosa affermava la Direttiva Case Green e come potrebbe cambiare
La direttiva case green, secondo il testo approvato a Marzo dello scorso anno, affermava che gli edifici residenziali avrebbero dovuto raggiungere la classe energetica E entro il 2030 e la classe energetica D entro il 2033.
Per gli edifici pubblici entrambe le scadenze avrebbero avuto un anticipo di tre anni. Inoltre, affermava che la classe energetica G avrebbe dovuto riguardare il 15% di edifici peggiori di ogni nazione. Alcuni monumenti sarebbero stati esonerati dalla direttiva, e gli obiettivi sarebbero comunque riformulati in base alla fattibilità economica e tecnica.
Un possibile cambiamento dell’articolo 9 dell’Epbd
Tramite una modifica dell’articolo 9 dell’Epbd (Energy Performance of Buildings Directive), i Paesi membri potrebbero elaborare un piano di riduzione dei consumi dovuti agli edifici con un orizzonte temporale del 2050 e non del 2030. Lo scopo è chiaramente quello di arrivare pian piano ad emissioni zero nel corso degli anni.
Saranno comunque previsti traguardi intermedi entro il 2050, monitorati tramite valutazioni quadriennali a partire dal 2030. In questo modo, si spera che “almeno il 55% della riduzione del consumo di energia primaria sia raggiunto attraverso il rinnovo degli edifici più energivori”. Il rinnovamento partirà dal 43% degli immobili del patrimonio nazionale che hanno peggiori performance energetiche.
Altri probabili cambiamenti nella Direttiva UE Case Green
Tra le altre probabili novità della Direttiva Case Green, c’è la probabile rimozione dell’armonizzazione delle certificazioni energetiche a livello europeo. Potrebbero esserci anche cambiamenti riguardo l’installazione delle colonnine di ricarica elettrica nei parcheggi degli edifici residenziali esistenti.
Rimangono non definiti i punti sui pannelli solari sugli edifici non residenziali e pubblici e sui mutui green.
Direttiva case green: le parole di Ciaran Cuffe
Il relatore del Parlamento Europeo, l’irlandese Ciaran Cuffe dei Verdi, ha sottolineato l’importanza di proteggere imprese e famiglie dai prezzi dell’energia, delineando il focus non solo sulla riduzione delle emissioni ma anche dei costi. Ecco le sue parole:
“Il picco di povertà energetica in Europa mostra che solo cambiamenti strutturali proteggeranno famiglie e imprese dalla volatilità dei prezzi dell’energia nel lungo periodo. La mia priorità è stata la protezione delle persone, le più colpite dalle bollette in aumento, nella definizione di questi importanti cambiamenti. Sono convinto che il mese prossimo potremo arrivare a un accordo che non solo raggiunga questi obiettivi, ma riduca le emissioni e le bollette”.
La Direttiva spiegata dalla parlamentare Tovaglieri
La prossima riunione di dicembre dovrebbe darci maggiori informazioni. Secondo la parlamentare europea Isabella Tovaglieri, è necessario trovare un punto d’incontro su queste tematiche. Tovaglieri spiega che mentre il Consiglio è disposto a spostare il termine al 2050, il Parlamento Europeo è più rigido.
I temi più controversi sono quello finanziario, su chi dovrebbe pagare i costi di efficientamento, e quello relativo ai mutui, che escluderebbe dal mercato gli immobili energivori.
Maggiore discrezionalità per ogni nazione
La nuova direzione in cui sta andando la Direttiva Case Green è quella della maggiore discrezionalità per ogni Nazione, la quale dovrà preparare una roadmap per la riqualificazione del suo patrimonio immobiliare, allo scopo di ridurre l’utilizzo medio di energia primaria, misurando il consumo al metro quadro degli edifici in modo retroattivo, partendo dal 2020.
Ogni Paese dovrà specificare il numero di edifici e di unità immobiliari che intende ristrutturare ogni anno.
Direttiva UE Case Green e Italia
Per quanto riguarda l’Italia, 5 milioni di edifici, su un totale di 12, saranno identificati come prioritari per la riqualificazione energetica, in modo da promuovere standard più sostenibili nel settore abitativo.
Si interverrà anche sugli edifici colpiti da emergenze climatiche, che rientreranno in piani straordinari di intervento sul territorio, che aiuteranno l’Italia a raggiungere gli obiettivi della Direttiva.

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