Prezzi contenuti, ricchezza di servizi, alti standard qualitativi, finalità sociali, comunitarie e di integrazione: l’Housing Sociale è una realtà urbana – destinata a riscuotere parecchio successo oggi e nel futuro – di cui avevamo già parlato su questo blog e che aveva suscitato l’interesse di molti lettori.
Ma come cambierà il fenomeno dell’Housing Sociale con l’impatto della pandemia, che ha avuto influenze non trascurabili sulle nostre vite e – in modo particolare sulla vita di chi abita nelle grandi città? Lo abbiamo chiesto a Giordana Ferri – Direttore Esecutivo di Fondazione Housing Sociale a Milano – che ci ha spiegato come il Social Housing si coniughi bene con le esigenze post-pandemiche, sia a livello di nuovi desideri abitativi e sociali delle persone che come risposta alle ripercussioni economiche di Covid-19.
“La crisi sanitaria ha sicuramente prodotto un cambiamento radicale nel modo in cui guardiamo alla casa e alla città – spiega la Dott.ssa Ferri – Se da un lato ha evidenziato la necessità di uno spazio domestico che possa garantire una buona qualità della vita, dall’altro ha stimolato una riflessione sugli spazi urbani e sui modelli di urbanizzazione, portando al centro del dibattito un’idea di città basata sulla prossimità (“città dei 15 minuti”), costruita su reti brevi e di relazioni di vicinato.
Gli interventi di Housing Sociale si adattano particolarmente bene a queste nuove necessità. Con la loro offerta abitativa a costi inferiori a quelli di mercato, la presenza di destinazioni miste (non solo abitazioni ma anche spazi commerciali o dedicati ad attività culturali e ricreative) e di servizi, la gestione sociale e il coinvolgimento dei residenti nei processi decisionali, i complessi di housing sociale offrono infatti ai propri abitanti la possibilità di sviluppare la propria quotidianità all’interno di un ricco contesto di prossimità“.
Housing Sociale: il target di riferimento
Abbiamo chiesto al Presidente Ferri di spiegarci più a fondo la differenza tra Housing Sociale ed edilizia popolare.
“Una delle principali differenze tra Housing Sociale ed edilizia popolare è da riscontrare nel diverso target di riferimento” ci ha spiegato.
“L’offerta dell’Housing Sociale si rivolge infatti a quella fascia della popolazione troppo povera per accedere a un’abitazione di mercato e allo stesso tempo troppo ricca per avere accesso all’ERP (edilizia residenziale pubblica ndr). Il target principale dell’Housing Sociale sono quindi coloro che non riescono a soddisfare sul mercato il proprio bisogno abitativo, per ragioni economiche o per l’assenza di un’offerta adeguata”.
Una proposta abitativa che si adatta alla fluidità moderna
“L’Housing Sociale mira a dare risposta ad un bisogno abitativo in continua evoluzione, e sviluppa perciò una varietà di proposte di abitare capaci di andare incontro ad una domanda di residenza più flessibile. I progetti di Housing Sociale si focalizzano inoltre sulle esigenze di diverse fasce di popolazione, prestando particolare attenzione ad alcune categorie, come gli anziani, le famiglie mono-genitoriali, i giovani, le persone in cerca di una residenza per un breve periodo, etc.”
Fondazione Housing Sociale (FHS) è un soggetto privato non profit, costituito nel 2004 da Fondazione Cariplo per sviluppare il Progetto Housing Sociale, finalizzato a realizzare iniziative immobiliari di natura sociale e sperimentare nuovi approcci di intervento. Alla costituzione hanno partecipato anche Regione e ANCI Lombardia.
Visto l’interesse suscitato dall’argomento e la vastità del tema seguiranno nuovi articoli, con informazioni pratiche in termini di iniziative, eventi e modalità di adesione.
Web enthusiast, appassionata di viaggi, libri e scrittura. Siciliana d’origine, milanese d’adozione, dopo una laurea in Management presso l’Università Bocconi di Milano, entra a contatto col mondo delle startup e del Prop-tech. Oggi lavora come Consulente di Marketing.