La tendenza smart working sarà permanente o si tratta di una parentesi momentanea?
Stando a quello che dicono report e previsioni degli esperti – visti anche i vantaggi sui costi per dipendenti e datori di lavoro – il trend potrebbe perdurare.
Secondo l’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano anche ad emergenza finita saranno più di 5 milioni gli italiani che continueranno a lavorare almeno in parte da remoto, quasi un terzo dei lavoratori dipendenti attivi in Italia.
A tal proposito, sono sempre di più i comuni nel Centro Italia e nel Meridione che si stanno organizzando con bandi ed iniziative per attirare in maniera realistica i lavoratori smart.
Molte di queste iniziative si inseriscono nel solco del programma dell’Unione Europea per rilanciare attraverso l’innovazione digitale e sociale le zone rurali, creando i cosiddetti ‘smart village‘.
Il Comune di Otranto, per esempio, ha lanciato nel mese di ottobre 2020 l’iniziativa ‘Smart Working Otranto’, offrendo su tutto il territorio comunale wi-fi gratuito, servizi per il telelavoro e promozioni dedicate, in collaborazione con le aziende del posto: alberghi, ristoranti e strutture ricreative.
Il Comune ha predisposto anche una ‘Community Library’ ovvero una work station attrezzata con stampante, fax e connessione veloce, a metà tra un ufficio libero e una biblioteca. “Un ufficio friendly dove il materiale documentario è a scaffale aperto, facile da trovare e da prendere in prestito. Una biblioteca multimediale dove non ci sono soltanto libri cartacei, ma eReader, tablet e Dvd”.
Tra l’altro, di recente, la città di Otranto è stata inserita nel programma del Ministero dello Sviluppo economico ‘Smarter Italy‘ di cui fanno parte 11 grandi città e 13 centri minori, denominati Borghi del futuro. L’obiettivo del programma – che toccherà ambiti fondamentali per i territori, quali mobilità, ambiente, benessere della persona, turismo e beni culturali – è quello di rispondere a sfide sociali complesse, migliorando la qualità della vita dei cittadini, innovando il contesto imprenditoriale del territorio nazionale e generando un impatto rilevante sull’efficienza della Pubblica Amministrazione.
Parallelamente sono sorte altre iniziative speculari in giro per l’Italia. A Santa Fiora, per esempio, paesino toscano sul Monte Amiata, il comune ha predisposto per l’occasione un bando che mette a disposizione una dotazione finanziaria di 30mila euro, utile a coprire il 50 per cento dell’affitto, per chi desidera trasferirsi per un periodo a Santa Fiora, lavorando da remoto.
O ancora a Latronico, in Basilicata, è attivo già da anni il progetto “La Tua Casa a Latronico”: anche qui il concetto si basa sull’intento di valorizzare il patrimonio immobiliare presente e far scoprire aree attrattive per qualità della vita a prezzi spesso low cost.
Sarà possibile in futuro riconsiderare alcune configurazioni rigide nell’organizzazione del lavoro – lavoro in sede e urbanizzazione spinta, con tutte le conseguenze che comportano in termini di stress, traffico e inquinamento, scarsa sostenibilità negli stili di vita, spopolamento delle aree rurali – a favore di modelli più virtuosi che portino a un riequilibrio territoriale?
Di certo, la tecnologia non impedisce questo cambiamento, anzi, lo agevola. Può essere interessante monitorare l’andamento delle varie iniziative per misurarne efficacia e longevità.
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Web enthusiast, appassionata di viaggi, libri e scrittura. Siciliana d’origine, milanese d’adozione, dopo una laurea in Management presso l’Università Bocconi di Milano, entra a contatto col mondo delle startup e del Prop-tech. Oggi lavora come Consulente di Marketing.