04 Agosto 2023, 16:36
Affitto canone concordato milano

Milano fa un passo verso l’affitto a canone concordato e vara la prima misura per ridurre l’impatto del caro affitti su studenti e giovani lavoratori.

Il 27 luglio è stato siglato un nuovo accordo territoriale per ridurre i prezzi degli affitti. La soluzione gira attorno al ricorso al canone concordato.

L’obiettivo del Comune di Milano e delle principali associazioni di categoria per inquilini e proprietari prevede degli incentivi per l’utilizzo del canone concordato.

In altre parole, le tabelle valoriali cittadine del canone concordato sono state riviste leggermente al rialzo. La formula di locazione in questione rimane sempre conveniente per gli inquilini, e al tempo stesso spinge i proprietari che vogliono mettere il loro immobile in affitto a considerare il canone concordato come alternativa credibile al ricorso al mercato libero.

Da tempo infatti, i canoni concordati rappresentavano valori così obsoleti e lontani dal mercato da rendere impossibile per i proprietari affittare a tali condizioni. Per un proprietario di casa a Milano, secondo le vecchie condizioni, era più conveniente ricorrere al mercato libero pagando una tassazione più corposa, rispetto al ricorso alla cedolare secca a canone concordato.

La soluzione del canone concordato: Milano divisa in 5 zone

La nuova regolamentazione prevede la suddivisione della città di Milano in 5 zone. A ognuna delle zone corrisponde un prezzo minimo o massimo al metro quadro. È importante tener conto del fatto che ciascuna zona al suo interno ha 3 diverse fasce entro le quali un immobile può ricadere.

  • La Zona 1 prevede un prezzo che va da 100€ al metro quadro fino a un massimo di 310€ al metro quadro;
  • La Zona 2 invece presenta un canone di affitto che va da 70€ al metro quadro fino a 180€ al metro quadro;
  • Per affittare un immobile a canone concordato nella Zona 3, si va da un minimo di 60€ al metro quadro fino a 170€ al metro quadro;
  • Spostandosi nella Zona 4, il prezzo dell’affitto va da 55€ al metro quadro fino a 160€ al metro quadro;
  • L’ultima zona, la più periferica, ovvero la Zona 5 presenta ha un prezzo minimo di 50€ al metro quadro e un prezzo massimo di 130€ al metro quadro.

Assieme alle nuove tabelle, assai più semplici e omogenee rispetto alle vecchie, che dividevano la città in 12 aree diverse, il Comune di Milano ha deciso di costituire un Osservatorio, con lo scopo di valutare l’efficacia di queste nuove misure.

Un prezzo per le stanze per ridurre il caro affitti

Per la prima volta a Milano, viene anche introdotta una nuova misura. Per ciascuna zona è stato istituito un prezzo massimo per una stanza a seconda della singola zona, fatta eccezione per la Zona 1.

I canoni forfettari mensili massimi sono i seguenti:

  • Una stanza in affitto nella Zona 2 non può costare più di 600€;
  • Nella Zona 3 le stanze non possono costare più di 500€;
  • Nella Zona 4, il prezzo massimo per una stanza è di 450€;
  • Affittare una stanza nella Zona 5 invece ha un prezzo massimo di 400€.

Anche in questo caso si tratta di una svolta storica. La riuscita di questa misura sta tutta nel capire poi se ci sarà o meno un rialzo delle spese extra all’interno dei contratti di affitto mensili.

Affitto a canone concordato: cosa cambia per i proprietari

Oltre a tutelare gli inquilini, il nuovo accordo ha come obiettivo quello di incentivare i proprietari a ricorrere sistematicamente all’affitto a canone concordato.

I proprietari che ricorrono al canone concordato avranno infatti più di un’agevolazione, tra cui:

  • Un’aliquota agevolata dell’Imu, pari allo 0,73%;
  • Una riduzione del 30% della base imponibile su cui calcolare l’imposta di registro;
  • Vantaggi sulla base imponibile per quanto riguarda l’Irpef;
  • Un contributo tra i 2.000€ e i 4.000€ per singolo appartamento da utilizzare per eventuali ristrutturazioni necessarie.

Le reazioni all’accordo e la situazione in tutta Italia

L’accordo, dalla durata triennale, è stato accolto positivamente dal Comune di Milano, in particolare dal Sindaco Sala, e dai principali sindacati che hanno contribuito in modo a raggiungere un’intesa in tempi molto brevi.

Per quanto non sia considerata la soluzione definitiva al problema del caro affitti, Milano ha fatto il proverbiale primo passo. Secondo le intenzioni del Comune, a questa manovra potrebbero seguire ulteriori provvedimenti volti a ridurre il numero degli affitti per turisti – i famosi AirBnb – e un ricorso più sistematico all’edilizia popolare.

Se Milano, almeno in parte, sorride, in altre città la situazione è più complessa. A Roma, per esempio, il vecchio accordo sul canone concordato è stato confermato. Il problema principale è che, al contrario di Milano, le tabelle nella Capitale hanno dei prezzi più alti rispetto al valore di mercato, motivo per cui sono utilizzate nel 50% dei casi, rendendo molto più difficile il raggiungimento di un’intesa comune.

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