02 Maggio 2025, 10:56

Forse, hai sentito parlare di social living, o “casa sociale”, ma non sai esattamente di cosa si tratti. Può essere una buona soluzione ai problemi abitativi che affliggono attualmente la società. Esaminiamola nei dettagli.

Casa sociale: che cos’è e quali sono i vantaggi per la comunità

La casa sociale è distinta dall’edilizia popolare. Si rivolge infatti a una “fascia media” di reddito troppo alta per accedere alla suddetta edilizia popolare, ma anche troppo bassa per acquistare un’abitazione. Sempre più famiglie, infatti, sono in crisi a causa del costo di utenze, mutui e interventi di ristrutturazione. Anche rispettare le norme ecologiche e ridurre il consumo energetico comporta investimenti significativi.

Ecco perché esiste la “casa sociale”, cioè un intervento immobiliare che mira a risolvere queste problematiche. È normato dall’articolo 11 del decreto-legge 112 del 2008, il cosiddetto “Piano Casa”. Il testo prevede sia la costruzione di nuove abitazioni, sia il recupero di edifici residenziali già esistenti. Questi andranno destinati ad affittuari appartenenti alla “fascia media” di cui sopra. Al piano, possono partecipare sia soggetti pubblici che privati. Alla sua realizzazione, sono destinati fondi immobiliari. La menzione esplicita dell’ “alloggio sociale”è però contenuta nel decreto del Ministero delle Infrastrutture datato 22 aprile 2008.

La pratica della “casa sociale” viene affrontata come un affitto, con un contratto di locazione (solitamente) di 4 anni più 4. Il canone non deve superare il 30% del reddito percepito.

Questa soluzione abitativa permette di rimediare alla disuguaglianza abitativa e ridurre l’esclusione sociale. Risponde alle esigenze del mercato con un’offerta flessibile e offre alloggi ad alta efficienza energetica.

Casa sociale: chi può accedervi e come presentare domanda

La “casa sociale” è una soluzione pensata soprattutto per famiglie a basso reddito, giovani coppie, anziani economicamente non autosufficienti e studenti fuori sede.

Per accedervi, occorrono requisiti specifici. Bisogna avere un ISEE maggiore di circa 15 000 € annui, quindi troppo alto per ottenere una casa popolare. D’altro canto, il reddito degli aspiranti affittuari non deve superare i 25 000 o 30 000 € annui.

Per presentare domanda di casa sociale, bisogna solitamente accedere alle apposite piattaforme online regionali tramite SPID o CNS. Occorre consultare gli avvisi pubblicati e compilare il modulo di domanda online.

Social housing in Italia: esempi, progetti e futuro del settore

Attualmente, gli interventi di “casa sociale” sono concentrati soprattutto in Europa. In Italia, sono già stati realizzati più di cento progetti, soprattutto in Lombardia, Umbria e Piemonte.

A Milano, i più noti sono stati il Quartiere Solari, il Quartiere Ponti, “Cenni di Cambiamento” e il Borgo Sostenibile.

Il futuro del social housing è legato in buona parte alla sua capacità di valorizzare il patrimonio immobiliare esistente e di recuperarlo in un’ottica di riqualificazione energetica ed ecologica. Anche dal punto di vista urbanistico, questo tipo di progetti migliora la viabilità e aumenta gli spazi verdi. Possiamo quindi ipotizzare che avrà un lungo futuro, soprattutto in Italia, Francia e Germania, che hanno legislazioni esigenti in materia di efficienza energetica.

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