15 Marzo 2021, 12:29

Marco Tilesi, consulente e investitore nel settore immobiliare e PropTech, è alla guida di un gruppo di investitori locali per realizzare un progetto ambizioso: importare in Italia il marchio di agenzie immobiliari made in USA, CENTURY 21.

Lo abbiamo intervistato per farci raccontare quali sono le peculiarità del brand, gli obiettivi e le modalità di sviluppo della rete.

Marco, in quanti Paesi nel mondo è presente il marchio CENTURY 21 e per cosa si distingue?

CENTURY 21, uno dei brand di intermediazione immobiliare più conosciuti al mondo, fiore all’occhiello di Realogy, il leader mondiale del franchising immobiliare, è presente in 86 paesi ed in molti di questi è leader, da paesi molto vicini come la Francia a paesi distanti come gli Stati Uniti o la Cina dove la presenza di agenzie CENTURY 21 è incredibile.

Tre anni fa il marchio ha subito una profonda trasformazione, dal rebranding del logo alla rivisitazione della comunicazione, divenendo così un marchio modernissimo che si rivolge con serietà e responsabilità a clienti e partner.

Quando si vedranno le prime agenzie a marchio Century 21 in Italia?

La prima agenzia CENTURY 21 è già operativa a Roma nella zona di Via Veneto. Crediamo sia un bellissimo segnale ricco di premesse partire in Italia proprio nel cuore della Dolcevita.

Con quante agenzie e su quali città partirete?

La storia del brand dimostra che questa società è stata capace di fare bene ovunque ed è quello che contiamo di fare anche qui in Italia. Per una logica di numeri sarà probabile che lo sviluppo parta dai capoluoghi di provincia, soprattutto i più attivi dal punto di vista immobiliare.

Quali saranno i rapporti con i vostri futuri partner sul territorio?

Dopo l’annuncio del nostro arrivo in Italia abbiamo ricevuto l’interessamento di moltissimi operatori, bisognosi di un supporto operativo per riuscire a vincere sul mercato, oltre che come agenti, anche come imprenditori. Siamo sicuri che insieme al nostro supporto potranno fare la differenza.

Century 21 e nuove tecnologie. Come si connota questo rapporto? In quali strumenti marketing investirete?

La tecnologia giocherà un ruolo fondamentale nel nostro settore. Basti prendere come esempio l’iniziativa di CENTURY 21 Spagna e Portogallo che ha creato un sito dedicato ai soli immobili visitabili virtualmente. Crediamo inoltre che serva un supporto agli agenti per coordinare la mole enorme di informazioni e dati che servono a gestire i loro clienti per dargli l’esperienza che si aspettano. In questa ottica siamo concentrati su un CRM con tecnologia di Intelligenza Artificiale.  

marco tilesi - century21

Il periodo (Covid, lockdown, influssi su economia e immobiliare,…) non vi spaventa?

Stiamo dentro un evento epocale e non si può far finta di niente. Ma l’uomo, con la sua naturale capacità di adattarsi, sarà in grado di superare anche questa fase incredibile. Un progetto come il nostro ha un lunghissimo orizzonte temporale e già oggi, malgrado il contesto, vediamo affacciarsi molti imprenditori che pensano al dopo ben consapevoli che questo “dopo” vada costruito oggi.

Tu Marco sei alla guida di un team di investitori in questo progetto. Com’è strutturata l’operazione di investimento?

Si dice che da soli si vada veloci, ma che insieme si arrivi lontano. Per questo motivo è stato naturale sviluppare questa avventura in partnership. La presenza di un paio di investitori qualificati è un bene per la crescita di una azienda anche quando al timone, come nel nostro caso, c’è una sola persona.

Provieni dal mondo immobiliare: ex pluri-affiliato RE/MAX e hai investito anche nel portale degli agenti, Wikicasa. Da dove deriva questo tuo ottimismo nel mondo del real estate e del PropTech e come prevedi che evolverà il settore?

Adoro gli immobili. Ogni volta che entro in una casa sogno di comprarla. Ogni volta che passo davanti ad una agenzia immobiliare, in qualinque parte del mondo io mi trovi, mi fermo a guardare gli annunci. Adoro anche l’informatica, mi diverto a programmare da sempre. L’interesse per il PropTech è dunque il naturale incontro di queste due passioni. Il fattore umano sarà sempre primario nel nostro settore. Non credo che ci sarà una Amazon del Real Estate, almeno non in tempo tale da per poterla vedere con i miei occhi. Ma ci si servirà sempre di più di strumenti tecnologici per migliorare i servizi, per fare delle scelte, per simulare e per vivere delle esperienze con la realtà virtuale. L’intelligenza artificiale invaderà tutti i campi. C’è un mondo di cose da fare: come si può non essere ottimisti?

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