01 Giugno 2022, 10:29

Il quartiere San Salvario di Torino è un esempio di vita notturna, convivenza multietnica, buona cucina, cultura e molto altro ancora. È uno di quei luoghi che, seppur solo piccola parte di una città, sono in grado di rappresentare degnamente tutto un mondo.

Torino non è infatti solo una città, ma piuttosto un mondo, come quasi sempre accade con le grandi città. Torino raccoglie storia e cultura, sport e spettacolo, cucina e molto altro ancora, ma San Salvario è capace di rappresentare tutto il meglio di Torino in un solo quartiere.

Noto per la sua vita notturna, San Salvario è in realtà uno di quei posti di cui gli abitanti ed anche i turisti che ci sono passati non possono che dire “sei vai a Torino, devi passarci”. Non è come non vedere la Mole Antonelliana, va bene, ma poco ci manca.

Ironia a parte, il quartiere è davvero ricco e ne ha per tutti i gusti. Scopriamolo insieme!

Quartiere San Salvario a Torino: come, dove e quando

Innanzitutto, il come: come è diventato così importante un quartiere del genere? Semplicemente, ha una storia che ne spiega l’importanza: originariamente ha ospitato il primo stabilimento Fiat, elemento che lo ha reso contemporaneamente proletario, multietnico e ricco. Ricco di storia, di storie di persone e di vita in generale.

Inoltre, proprio questo elemento della multietnicità ha giocato un ruolo fondamentale. Successivamente parleremo anche della cucina, della cultura e delle religioni che convivono in questo frammento della prima capitale d’Italia, ma è già evidente che proprio la presenza di più etnie ha favorito una moltitudine di storie, esperienze, culture e in generale ha fatto proliferare una ricchezza culturale difficilmente riscontrabile in altri quartieri.

Per quanto riguarda il dove, invece, la questione è molto più semplice. Il quartiere è sostanzialmente delimitato nei suoi lati lunghi dalla stazione Porta Nuova e dall’altro lato dal parco del Valentino (sulla riva sinistra del Po), con una dimensione rispettabile rispetto ad altri quartieri, ma soprattutto un grande afflusso di persone dal tramonto in poi.

Il quando è fondamentale: San Salvario, o SanSa come lo chiamano i giovani che lo frequentano, è molto diverso di giorno rispetto a ciò che accade, appunto, dal tramonto in poi. Non è solo questione di movida, ma proprio di come è concepito. Su questo aspetto, però, conviene limitarsi ad un affascinante e misterioso “lo capisci solo se lo vedi, se lo vivi”. Che tu sia alla ricerca di movida o di un quartiere giovane con un’offerta culturale intrigante, SanSa farà al caso tuo.

Per quanto possa essere romantico il “lo capisci solo se lo vedi”, proviamo comunque a scoprire meglio cosa si può fare a San Salvario.

Quartiere San Salvario, Torino: musei, cibo e contraddizioni

La sensazione che sicuramente regala un torinese che racconta l’essenza di San Salvario è quella di un luogo pieno di contraddizioni e, forse, è proprio così. Infatti, in questo quartiere coesistono elementi difficili da digerire e mandare giù contemporaneamente, ma probabilmente è proprio questo uno degli elementi capaci di rendere così speciale il quartiere.

Se parliamo di musei, per esempio, sono estremamente interessanti il Museo di Anatomia Umana, naturalmente per stomaci forti, ma anche il Museo della Frutta.

Dal punto di vista gastronomico, invece, è impossibile definire i confini: possiamo trovare dalla trattoria al ristorante, passando per la pizza al trancio e qualunque tipo di cibo da strada, come panini e kebab. L’offerta è ricchissima perché il quartiere è ricchissimo, dietro ad ogni angolo c’è un negozio pronto ad offrire qualcosa di diverso dal proprio vicino di casa. Ciò permette, per chi fosse interessato, di godere anche di una buona varietà dal punto di vista dello shopping, con luoghi capaci di cogliere tutta la raffinatezza che ti aspetti da una città regale come Torino.

La proposta è talmente variegata che proporne tutte le sfumature è impossibile, ma si può cogliere la varietà e l’essenza di questa zona così particolare di Torino.

Come già detto, poi, di notte la zona si trasforma e diventa fondamentale per gli appassionati della vita notturna, cedendo anche un po’ al disordine. In poche vie si passa infatti dall’eleganza e la pulizia che appartiene un po’ a tutta la città, al vero e proprio disordine e alla confusione della zona dei locali, principalmente intorno a Largo Saluzzo.

Quartiere multietnico

Una nota finale va obbligatoriamente posta sulla multietnicità di questo quartiere, in realtà già citata in diversi passaggi in precedenza. In poche vie convivono persone diverse, con origini diverse e storie differenti. Forse, la ricchezza di San Salvario è custodita proprio in tutta questa mescolanza di culture e storie.

Come già detto, buona parte dipende dalla storia del primo stabilimento Fiat, che ha attirato moltissimi lavoratori dal sud Italia ed anche dall’estero nel corso del tempo. Si tratta però di un elemento che negli anni è diventato caratteristico del quartiere e che è quindi inevitabilmente più resiliente dello stabilimento stesso.

A dimostrazione di ciò, in pochissime vie convivono ben quattro religioni differenti e la tolleranza sembra essere di casa, come un qualcosa di naturale che fa parte del luogo e che chi lo vive assimila senza sforzo.

A volte la narrazione sembra voler far passare questi luoghi proprio come i quartieri di Parigi nei film, ma in effetti, se ci si vive e lo si scopre, si finisce per pensare che siano proprio i film ad ispirarsi ai quartieri come “SanSa”. Ancora una volta, “provare per credere”.

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