23 Novembre 2023, 10:53

A metà degli anni ‘10 del Duemila, anche grazie al social, nasce il fenomeno delle Social District, quartieri delle grandi metropoli italiane che attivano spazi d’incontro virtuali.

Ad esempio, Facebook conta ormai da anni centinaia di pagine dedicate alle Social District di molte metropoli, come ad esempio Milano. Alcune di queste pagine sono di gran successo e con migliaia di partecipanti, altre hanno invece poche decine di iscritti.
Alcune Social Discrict accettano volentieri chi fa richiesta, altre sono maggiormente selettive. Le pagine sarebbero destinate solo ai residenti reali: infatti, nelle pagine delle social discrict che hanno i moderatori più rigorosi vengono respinte tutte le iscrizioni di residenti di altri quartieri.

Social District: da piazze virtuali ad incontri reali tra cittadini

Le Social District sono vere e proprie piazze virtuali, che si trasformano in piazze reali durante le numerose attività nate dall’iniziativa spontanea dei cittadini del quartiere.
Un ruolo importante hanno infatti gli incontri di persona: aperitivi, cene sociali, ma anche colazioni sociali all’aperto, organizzate nel weekend.

Social District: lo studio della sociologa della Cattolica

Cristina Pasqualini, sociologa della Cattolica, ha studiato il fenomeno delle “strade sociali 2.0”, notando come queste reti sociali tra vicini di casa abbiano promosso la condivisione: i cittadini scambiano pareri su dentisti e idraulici di fiducia o sui migliori ristoranti, ma anche informazioni sugli orari dell’ufficio postale.

“Il patto di collaborazione che il Comune può fare con le social street non deve imbavagliare la partecipazione spontanea, perché la finalità principale di chi partecipa a una social street è la socialità di vicinato, che può essere considerata la prima forma di rigenerazione urbana”, dichiara la Sociologa.

Il fenomeno delle Social Street: l’interesse delle istituzioni

Questo fenomeno è di interesse per le amministrazioni locali, che nel tempo hanno organizzato incontri con i partecipanti dei Social District, per raccogliere le problematiche delle varie zone, trovare soluzioni, e promuovere la partecipazione attiva dei cittadini.

Non solo incontri di svago: le iniziative di solidarietà legate alle Social Street

Gli incontri dal vivo e le iniziative promosse dalle Social District non riguardano solo l’intrattenimento e la socializzazione: i cittadini ripuliscono i muri dai graffiti, raccolgono capi d’abbigliamento per vicini di casa bisognosi o forniscono lezioni di alfabetizzazione digitale agli anziani.

A Milano, ad esempio, qualche anno fa, la zona di San Gottardo-via Meda ha organizzato una raccolta fondi per delle famiglie che avevano perso la casa per un’esplosione avvenuta in un immobile di Via Brioschi. I residenti della zona Solari hanno invece riempito un furgone di aiuti per i profughi del campo greco di Indomeni.

La Social Street di Nolo, a Milano

Tra le Social Discrict spicca quella di Nolo, a Milano.

L’acronimo si ispira al quartiere Soho di Londra, e fa riferimento a North of Loreto, una zona amata dagli Hipster e che si sta pian piano riqualificando e riempiendo di locali alla moda, spazi culturali, loft, studi di designer e negozietti dell’usato.

Nolo Social District: il gruppo facebook

La Social District vede un gruppo molto attivo di creativi e professionisti che organizzano eventi legati alle attività e ai circoli culturali della zona, un triangolo tra Viale Monza e Via Padova che parte da Piazzale Loreto.
Il gruppo Facebook dedicato, molto selettivo (viene respinto chiunque non sia residente o non lavori nel quartiere), è un punto di riferimento per scambiare informazioni sui servizi del quartiere, darsi una mano tra vicini di casa, segnalare attività culturali in zona.
Tra le iniziative più interessanti proposte dai Nolers, così si chiamano i residenti del quartiere, San Nolo, una parodia locale di San Remo, e Nolo Pride, iniziativa per i diritti LGBT.

Nolo: un nome che nasce a New York da tre italiani

Ormai persino Google Maps riconosce il nome Nolo.
Questa nuova denominazione è una proposta nata dall’idea di tre creativi, italiani a New York: Francesco Cavalli, fondatore di LeftLoft, Luisa Milani e Walter Molteni.
L’idea, nata quasi per gioco, era quella di creare un brand di quartiere, a costo zero, utilizzando il passaparola.
L’idea ha funzionato e il progetto è partito, corredandosi anche di un logo: un simpatico Capodoglio

Condividi sui social:

0 CommentiChiudere commenti

Lascia un commento

L'azienda

© 2025 Wikicasa di Wikicasa S.r.l. | Via Ascanio Sforza 85, 20141, Milano | P.IVA 08820060963

Iscrivit alla nostra newsletter’