13 Novembre 2020, 11:27

L’immobiliare di impresa – essendo strettamente collegato al mondo del lavoro – è, nel bene e nel male, quello che reagisce più velocemente alle dinamiche dell’economia.

E, come era ovvio, l’arrivo dell’epidemia di Covid-19, dopo un 2019 brillante sotto il profilo dei prezzi e delle transazioni, ha rallentato tutto il comparto: capannoni, negozi ed uffici hanno mostrato prezzi e canoni al ribasso negli ultimi 3 trimestri.

Il settore industriale resiste

I capannoni risultano la tipologia meno impattata, per via del forte ricorso all’e-commerce durante il lockdown e delle collegate esigenze di logistica.

Retail in sofferenza

I negozi, invece, risultano la tipologia più penalizzata dalla pandemia, in particolare quelli collegati alla ristorazione: bar, pub, ristoranti. La ragione – evidente – è legata al blocco causato dal lockdown della scorsa primavera e dal blocco attuale che si protrarrà – per il momento – fino al 3 dicembre. Il calo del settore ristorativo è legato anche alla diminuzione dei flussi turistici e all’incentivazione dello smart working, che assicurava solidi introiti soprattutto nella fascia della pausa pranzo. Il settore della ristorazione d’altra parte aveva trainato il retail negli ultimi anni, favorito dal boom del food a livello mediatico e non solo e da una riscoperta del buon vivere e della convivialità.

In sofferenza anche il settore non food in particolare l’abbigliamento. Le aziende che hanno resistito sono quelle che hanno puntato su una strategia di omnicanalità coniugando online e offline, spostando i pesi dai canali tradizionali al digital.

Qualche nota positiva anche per il retail: la riscoperta della prossimità

Tra le novità apportate dalla pandemia, ce n’è anche qualcuna positiva. Ed è la riscoperta di botteghe e piccoli negozi di quartiere, quegli stessi che durante il lockdown evitavano le lunghe code ai supermarket, specialmente nelle grandi città. Una tendenza alla prossimità che è continuata anche nei mesi successivi al lockdown e sta continuando: bisognerà vedere sul lungo periodo se si tratta di un cambiamento strutturale o di un’abitudine legata alle contingenze.

Uffici: la grande incognita dello Smart Working

Quello degli uffici rimane il settore con l’incertezza più grande, perché bisognerà capire come influirà il ricorso allo Smart working da parte delle aziende. Dal mercato emergono segnali contrastanti: alcune aziende richiedono ambienti di lavoro più grandi per favorire il distanziamento tra i dipendenti; altre ambienti più piccoli perché l’adozione del lavoro agile sarà permanente.

Comprendere come si organizzeranno le aziende sarà utile anche per capire come verranno riorganizzati gli spazi interni agli uffici a livello di layout.

I possibili scenari

PwC (PricewaterhouseCoopers), una delle principali società di consulenza al mondo, ha messo in luce le principali criticità ed impatti dell’epidemia sul settore immobiliare commercial. Come emerge dai grafici in basso, lo studio ‘Impatti del COVID-19 sul Real Estate’ evidenzia fattori ed elementi chiave che influenzeranno i possibili scenari post-epidemia nel comparto commerciale dell’immobiliare.

Sei un agente immobiliare? Qual è il tuo sentiment e quali le tue previsioni sul futuro del settore immobiliare commerciale? Ti trovi d’accordo con le rilevazioni sopra esposte? In quale zona operi? Se ti va puoi condividere la tua esperienza nei commenti.

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