18 Marzo 2017, 13:11

Tutti noi prima o poi ci troviamo di fronte all’esigenza di fare un acquisto importante e (salvo i pochi fortunati che non ne hanno bisogno) di ricorrere a un prestito per finanziarlo. Ci riferiamo in particolare ai mutui relativi all’acquisto di una casa. Se comprare casa è l’acquisto più importante della vita di tante persone, anche la scelta del mutuo è una decisione da prendere con molta attenzione. Può sembrare banale ma non tutti hanno le giuste informazioni quando si parla di mutui, specialmente riguardo ai tassi di interesse.

Partiamo dalle basi.

I mutui possono essere a tasso fisso o a tasso variabile. Il mutuo a tasso fisso, lo ricordiamo, consente di mantenere la stessa rata per tutta la durata del finanziamento. In altre parole, il tasso viene stabilito al momento della stipula del contratto e da quel momento non può più variare. Il mutuo a tasso variabile, invece, ha una rata che varia seguendo l’andamento dei tassi di interesse. La stragrande maggioranza delle banche europee utilizza l’Euribor come parametro di riferimento per i mutui a tasso variabile. L’Euribor, acronimo di EURo Inter Bank Offered Rate, è nella sostanza il tasso a cui viene scambiato il denaro tra le banche. Per essere più esatti, il tasso medio a cui avvengono le transazioni finanziarie in Euro tra le grandi banche europee. Funge da ancora per molti prodotti di origine bancaria, mutui inclusi.

Anche il tasso fisso è ancorato a un parametro di riferimento: l’Eurirs, l’acronimo di un altro tasso medio, nello specifico l’Eurirs del giorno della stipula del contratto (qualche banca utilizza l’Eurirs del primo giorno del mese). Questo tasso indica l’interesse medio al quale i principali istituti di credito europei stipulano contratti di swap a copertura del rischio di interesse. Infatti, nel caso di mutuo a tasso fisso, se i tassi di interesse scendono al di sotto del tasso capitale la banca ci guadagna. Se al contrario i tassi di interesse salgono la banca subisce una perdita che è pari alla differenza fra i due tassi. Per tutelarsi dal rischio la banca stipula dei contratti in strumenti derivati, gli swap appunto. Il tasso di interesse di un mutuo a tasso fisso viene definito dalla somma di Eurirs + uno spread, ovvero un’aliquota (che in media oscilla tra lo 0.5 e il 2%) che rappresenta il ricavo percepito dall’istituto di credito che eroga il finanziamento.

Fisso o variabile?

In genere, come anticipato sopra, il costo di base di un mutuo a tasso fisso è più alto rispetto a quello del mutuo a tasso variabile, poiché in questo modo (e con l’aggiunta dello spread) la banca si tutela da eventuali rialzi futuri del tasso di riferimento (l’Eurirs) che, per definizione, nel caso di tasso fisso non inciderebbero sulla rata del mutuo con conseguenti perdite dell’istituto erogante.

Tuttavia, il 75% dei mutui italiani oggi è a tasso fisso. Questo significa che 3 italiani su 4 convergono su questa tipologia di tasso. Non è difficile capire il motivo di questa propensione. La caduta dei tassi, riflesso dei tassi bassi o addirittura negativi sui titoli di Stato, spinge gli aspiranti mutuatari verso la sicurezza rappresentata dal tasso fisso.


Leggi anche: ‘Orientarsi nella giungla dei mutui: banca o finanziaria?

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