Deforestazione urbana non è un termine tecnico, ma è molto efficace a livello comunicativo nello spiegare cosa sta avvenendo nelle nostre città.
Deforestazione urbana: cos’è
Si tratta di un fenomeno che ha luogo quando, all’interno di un’area urbana, si procede con la rimozione di un’area verde allo scopo di costruire edifici o infrastrutture. Ciò ha un pesante impatto sull’ambiente e sul comfort climatico della città.
Le città sono contemporaneamente causa e vittime del cambiamento climatico.
Gli alberi possono aiutarci molto, contribuendo al benessere del territorio e degli umani che lo popolano, contrastando l’anidride carbonica e secondo alcuni studi avrebbero effetti anche sulle precipitazioni, favorendo le piogge.
Deforestazione urbana: un esempio drammatico
Un esempio per capire meglio cosa si intende è quello che riguarda la casa di moda Genny e la triste fine fatta da quelli che furono i suoi uffici.
La storia della Genny e dei suoi uffici
All’inizio degli anni Sessanta, ad Ancona, la famiglia Girombelli fondò la “Genny”, costruendo la sede all’angolo tra via Barilatti e via Maggini.
Questa sede urbana fu abbandonata e in seguito abbattuta quando fu edificata una grande sede su un terreno ampio tre ettari in una zona industriale della città.
In seguito. la Genny venne acquistata da Prada e dopo poco tempo anche i “nuovi” e ampi uffici di Ancona furono abbandonati.
La natura si riprende le ex-aree della Genny, ma poi avviene la deforestazione urbana
La zona fuori città che ospitava la sede della Genny è difficile da riqualificare ed è costituita in gran parte di terreni incolti o colonizzati da vegetazione spontanea.
Nello stesso stato si trova l’area in via Maggini, dopo l’abbattimento dell’edificio. In particolare, sono nate e cresciute delle conifere, generate da semi arrivati in zona spontaneamente. Questi alberi si sono sviluppati così tanto che hanno sollevato la pavimentazione in cemento, imponendosi come polmone di Ancona a dispetto dei desideri di umani e imprenditori.
Nel 2022, alcune decine di questi alberi sono stati abbattuti senza pietà.
Deforestazione urbana: cosa ci insegna il caso Genny?
Questo episodio ci spinge a riflettere sul bisogno di passare a città che siano resilienti e che utilizzino soluzioni basate sulla natura, come ad esempio le foreste urbane.
Una foresta urbana può essere un piccolo bosco, un viale alberato, un orto urbano, un parco, ma anche una villa di quartiere o una villa storica.
Deforestazione urbana e foreste urbane: alcune strategie progettuali per città “resilienti”
La deforestazione urbana può essere combattuta con alcune strategie di progettazione urbana e del territorio.
- Pianificazione Urbana Sostenibile: i tecnici comunali devono agire tenendo presenti le politiche della pianificazione ecologicamente responsabile, che conserva le aree verdi e le foreste urbane, anche spontanee e che crea corridoi verdi, parchi e zone di protezione ambientale perfettamente integrate con la città.
- Ricerca e sensibilizzazione: il Comune dovrebbe impegnarsi a fare informazione sull’importanza delle foreste urbane e dei benefici climatici che gli alberi apportano all’ambiente, contribuendo alla salute e al benessere delle persone.
- Riforestazione urbana: dopo un episodio di deforestazione urbana, anche causata da eventi climatici e non dall’intervento umano, si deve provvedere a ripristinare la “copertura forestale” persa tramite la piantumazione di nuovi alberi.
- Regolamentazioni: è importante legiferare in modo da limitare lo sviluppo urbano non sostenibile, promuovendo la conversazione del verde urbano
- Coinvolgimento della cittadinanza: la comunità deve essere resa partecipe e incoraggiata alla partecipazione attiva nella gestione delle foreste urbane.
Quindi, le infrastrutture grigie vanno sostituite con quelle “verdi”, in modo che foreste urbane possano mitigare il clima e combatteranno l’anidride carbonica.
Foresta urbana: dalle origini alle gli obiettivi ONU
La foresta urbana non è una novità: già nel neolitico, quando nelle aree agricole vengono sempre lasciati alcuni alberi per il loro valore spirituale. Anche gli antichi romani hanno fatto spesso ricorso a filari di alberi lungo le strade.
Facendo un salto temporale, è utile riflettere su alcune previsioni: entro il 2030 il 60% del pianeta sarà un’area urbana, ed entro il 2050 il 70% delle persone abiterà in città.
Ai rischi di queste previsioni prova a porre rimedio l’’11 Obiettivo di sviluppo sostenibile definito dall’Onu: “rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili”.
Foreste urbane: città virtuose all’estero ed eccellenze italiane.
Tra le città che stanno diventando resilienti e fanno uso di foreste urbane abbiamo:
- Melbourne;
- Vancouver;
- Singapore;
- Bogotà;
- Curitiba;
- Londra;
- Barcellona;
- Milano.
Milano, ad esempio, può vantare la presenza del Parco Nord, sorto al posto di un’ex area industriale tra Milano, Sesto San Giovanni, Cinisello Balsamo, Bresso e Cormano: 800 ettari di verde creati grazie alla lungimiranza delle amministrazioni locali che ospitano 40 km di viali perdonali e 35 km di piste ciclabili.
Deforestazione urbana e foreste urbane: conclusioni
Purtroppo queste metropoli sono cattedrali nel deserto, ma una soluzione c’è: basta dare un nuovo ruolo ai già presenti boschi naturali residui, ad aree abbandonate e semi-abbandonate, siti industriali contaminati, che possono essere oggetto di popolamenti forestali, ciclovie urbane ed extraurbane e aree agro-forestali.
Combattere la deforestazione urbana è necessario per preservare la biodiversità, la qualità dell’aria, e per combattere il cambiamento climatico.Per questo è necessario fare ricorso a strategie di progettazione di politica territoriale, che però non sono sufficienti senza una profonda opera di sensibilizzazione della cittadinanza.
In arte Irriverender, è Architetto di formazione, Docente di ruolo di Tecnologia, Copywriter e Seo Specialist.
Collabora con varie riviste e siti, scrivendo saggi su temi di architettura, domotica, design, real estate e tecnologia dell’abitare.