16 Novembre 2023, 16:31

L’esigenza sempre più pressante di ridurre l’impatto ambientale del settore delle costruzioni sta portando a passi da gigante nel settore della bioedilizia.

La richiesta di energia degli edifici è in aumento e le emissioni di CO2 per il loro funzionamento hanno raggiunto il picco di 10 GtCO2.
Esistono quindi materiali particolari, come il cemento sostenibile ideato dal MIT di Boston che utilizza il bicarbonato di sodio, o altri materiali ricavati dai rifiuti organici.
Vediamo quali sono i materiali all’avanguardia in tal senso e quanto costa una casa che segue i princìpi della bioedilizia.

Bioedilizia: materiali poco impattanti e progettazione lungimirante

La bioedilizia fornisce numerosi vantaggi agli esseri viventi e al Pianeta, riducendo i rischi legati al climate change e creando comfort.

I materiali utilizzati sono di origine naturale, riciclati e riciclabili.
Le costruzioni basate sulla bioedilizia minimizzano i consumi e le emissioni di gas serra, non solo perché i materiali hanno bassi consumi di produzione, ma perché gli edifici vengono concepiti secondo logiche progettuali di risparmio energetico in fase di l’utilizzo.

Bioedilizia: i principali punti della progettazione

La bioedilizia è quindi un approccio progettuale che mette al centro l’ambiente e il benessere delle persone. La bioedilizia propone un utilizzo responsabile e consapevole delle materie prime, con una bassa produzione di rifiuti, un rispetto delle risorse idriche, e un’attenzione al comfort degli spazi, a cominciare dalla qualità dell’aria.
Infatti, si fa spesso ricorso a tecniche di ricambio d’aria dell’edilizia rurale tradizionale. Si evitano materiali che contengono sostanze chimiche dannose per umani ed ecosistema.

Sugarcrete: materiali costruttivi dagli scarti della canna da zucchero

Nascono alcuni progetti di bioedilizia davvero sorprendenti, come una linea di materiali da costruzione molto performante ricavata dagli scarti di lavorazione della canna da zucchero, una pianta a crescita rapidissima.
La canna da zucchero ha un elevatissimo volume di produzione, e produce volumi di scarto che potrebbero sostituire interamente cementi e mattoni. 

Da queste basi nasce il progetto Sugarcrete, che vede in prima linea l’Università dell’East London, lo studio di architettura Grimshaw, e il fornitore mondiale di zucchero Tate & Lyle Sugars.

L’idea alla base di questo progetto di bioedilizia è creare componenti per l’edilizia a bassissimo tenore di carbonio, utilizzando la bagassa, rifiuto organico della canna da zucchero. Il materiale, inoltre, ha elevate proprietà:

  • acustiche;
  • meccaniche; 
  • termiche; 
  • ignifughe;
  • di resistenza a compressione;
  • di durabilità.

L’idea è usare questo materiale per blocchi, sia portanti che di tamponamento, per pannelli isolanti e per solette portanti di solai e tetti.

Il cemento ricavato dal carbone vegetale dei rifiuti

Il cemento può essere ecologico? Ad oggi emette il 7% delle emissioni globali. Eppure, un team di ricerca della Washington State University che si occupa di bioedilizia ha studiato la formula di un calcestruzzo ad emissioni negative e con la stessa resistenza del calcestruzzo comunemente usato.

Il cemento è stato infuso con il biochar, carbone vegetale che proviene da rifiuti organici e rinforzato con acque reflue del cemento. 

Il Biochar, presente nella miscela per un terzo del totale, ha ridotto le sue emissioni di CO2 del 23% senza sottrarre resistenza al materiale finale.

L’alternativa al cemento Portland fatta di microalghe

La Prometheus Materials, società americana, sta invece lavorando ad un’alternativa al Cemento Portland, fatta di microalghe. Questo progetto di bioedilizia è talmente interessante che ha raccolto l’attenzione della Microsoft.

Le microalghe, reperite negli stagni, vengono coltivate tramite luci a led, acqua di mare, aria, in un bioreattore, allo scopo di creare una sostanza simile al cemento, che può avere il ruolo di legante nel calcestruzzo.

Il prodotto, che è adesso in fase di brevetto, utilizza un processo simile a quello che si compie nelle barriere coralline.
I blocchi, che hanno grande resistenza a compressione, sono adatti sia ad elementi strutturali che ad elementi di tamponamento, producendo solo un decimo delle emissioni di CO2.

I mattoni solari che producono energia

Un’altra idea di bioedilizia è quella di creare mattoni “solari”, che siano capaci di produrre energia.

Ridurre o azzerare i consumi in fase di produzione di un materiale edilizio è utile, ma sarebbe ancora meglio creare elementi costruttivi che l’energia la producano.
A tale scopo, nascono i mattoni solari, ideali dalla Build Solar.
Vincitrice di un finanziamento di 19 milioni di sterline dell’Energy Entrepreneurs Fund, per sviluppare e dimostrare nuove tecnologie, l’azienda sta lavorando al Solar Squared. Si tratta di un mattone di vetro che ricava energia elettrica dalla luce solare.

Casa costruita secondo la bioedilizia: costi e vantaggi

I costi di una casa che segue i princìpi della bioedilizia possono variare in base a numerosi parametri:

  • ubicazione;
  • dimensioni della casa;
  • materiali scelti;
  • scelte architettoniche;
  • costo di manodopera specializzata.

Il costo si aggira quindi intorno ai 1000/2000 euro al metro quadro, perché una scelta etica come quella di una casa ecosostenibile comporta progettisti e tecnici specializzati. Questi costi si abbassano però se la casa viene costruita in una zona rurale o in periferia.

Di certo la bioedilizia comporta costi dovuti a materiali talvolta più costosi, tecniche di lavorazione più sofisticate, e interventi di manutenzione più frequenti, ma i costi più alti iniziali vengono ammortizzati nel primo periodo di utilizzo degli immobili.
Inoltre, si deve considerare il ritorno in benessere dei residenti, e la consapevolezza di aver dato un grande aiuto a rendere il Pianeta migliore per chi lo abiterà dopo di noi.

Leggi anche “Rigenerazione urbana: esempi virtuosi in Italia”

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