
La Commissione Bilancio del Senato ha terminato l’esame degli emendamenti proposti alla Legge di Bilancio 2024 che presto verrà varata dall’attuale Governo Meloni. Molte sono le novità che riguardano la casa.
Novità in tema di Imu
Tra le novità messe in campo, figura la proroga della scadenza per i Comuni (almeno 200) in merito alla determinazione delle aliquote Imu (imposta municipale unica) di quest’anno. Il nuovo termine è fissato infatti al 15 gennaio 2024. Ricordiamo che l’attuale normativa prevede che la pubblicazione delle delibere comunali con l’indicazione dell’aliquota per il saldo Imu debba avvenire entro il 30 novembre 2023. L’effetto di questo slittamento della scadenza è che vi sarà più tempo per i cittadini chiamati al versamento dell’imposta sulla casa. Qualora, a seguito delle nuove aliquote, i contribuenti siano obbligati a pagare una differenza positiva. Tale somma potrà essere corrisposta entro il 29 febbraio 2024, a meno di dover corrispondere interessi ed essere soggetti a sanzioni. Restano ferme le regole in tema di rimborsi qualora vi sia una differenza negativa.
In estrema sintesi, potrebbe profilarsi una terza rata per quei Comuni che non hanno ancora deliberato e che ora ricevono una proroga da aggiungere alle due precedenti.
Cedolare secca per affitti brevi
Tra le novità più discusse nell’attuale manovra economica vi è quella relativa alla cedolare secca per le case oggetto di affitti brevi (inferiori ai 30 giorni).
Via libera alle norme in merito agli affitti brevi come chiesto da Forza Italia. In sostanza, si applicherà l’aliquota al 21% per una delle case affittate mentre per le altre locate nel corso dell’anno, l’aliquota salirà al 26%. Insomma, chi mette in affitto più di un appartamento dovrà utilizzare entrambe le aliquote. La norma, rispetto a come era stata prevista sembra essere più soft, a beneficio di chi decide di affittare per brevi periodi.
Garanzia mutui prima casa famiglie numerose
Semaforo verde ad una misura che agevola le famiglie più numerose.
In caso di mutuo diretto all’acquisto di un immobile da destinare a prima casa chi ha più di 3 figli potrà beneficiare di una garanzia statale, pari all’80% della somma erogata. Condizione necessaria è che la somma presa in prestito corrisponda ad almeno l’80% del valore dell’abitazione. La percentuale viene rimodulata e sarà pari all’85% se vi sono quattro figli, fino a essere pari al 90% per chi ha cinque o più figli. Altro requisito da rispettare è presentare un Isee fino a 40.000 euro per chi ha 3 figli, 45.000 per chi ne ha 4 e 50.000 euro per chi ne ha 5 o più.
Nella misura sono considerati i figli a carico che non abbiano ancora compiuto i 21 anni.
Per gli under 36 si ricorda che non sono state prorogate le agevolazioni mutui prima casa per cui a partire dal 2024 saranno dovute le imposte di registro, ipotecarie e catastali.
Edilizia
Come annunciato dalla sottosegretaria del Mef Lucia Albano sarà concesso il via libera allo stanziamento pari a 100milioni di euro per modelli sperimentali di edilizia pubblica. Questi saranno destinati alle Regioni a Statuto ordinario. Si vuole così affrontare il problema del disagio abitativo e coprire i maggiori costi connessi all’aumento dei prezzi delle fonti energetiche degli anni 2022 e 2023.
Superbonus
Il Superbonus, la misura introdotta con il Decreto Rilancio 2020 al fine di migliorare l’efficienza energetica degli immobili e promuovere la riduzione dei rischi sismici, subisce l‘ennesimo cambiamento con il Decreto legge n. 212 del 29 dicembre 2023.
La maxi detrazione, nata con aliquota al 110%, dopo aver subito un abbassamento al 90% nel 2023 subisce un’ulteriore riduzione nel 2024. A partire dal 1° gennaio infatti l’aliquota sarà pari al 70%.
Il Superbonus cambia volto poiché nessuna proroga è stata prevista con la Legge di Bilancio 2023, così come del resto nel decreto approvato dal Consiglio dei Ministri a fine dello scorso anno.
Da tener ben presente inoltre che, a partire da quest’anno il Superbonus non potrà essere più utilizzato per edifici unifamiliari o per unità immobiliari funzionalmente indipendenti o accesso autonomo. Dunque è ufficiale lo stop per le villette. Potranno continuare a beneficiare del Superbonus 70 i condomini e le persone fisiche proprietarie di immobili da 2 o 4 unità immobiliari accatastate distintamente possedute da un solo proprietario o in comproprietà.
Cosa succede ai lavori che non sono stati completati entro il 31 dicembre 2023?
Le detrazioni spettanti in forza del Decreto rilancio 2020 per le quali è stata esercitata l’opzione alternativa alla detrazione fiscale, in riferimento a stati di avanzamento dei lavori effettuati fino al 31 dicembre 2023 non saranno oggetto di recupero da parte dell’Agenzia delle Entrate qualora non vi sia stata l’ultimazione dell’intervento stesso. La deroga è concessa anche nell’ipotesi in cui questa circostanza implichi il mancato soddisfacimento del requisiti del miglioramento di 2 classi energetiche.
Verrà meno il riconoscimento della detrazione qualora si accerti la mancanza, anche parziale, degli altri requisiti essenziali per accedere all’agevolazione.
In estrema sintesi si avrà una sanatoria dei lavori già avviati e non completati (con aliquota 110 o 90 a seconda dei casi) in riferimento ai SAL realizzati e asseverati entro il 31 dicembre 2023, se si è optato per lo sconto in fattura o la cessione del credito. Per le opere che invece devono essere ancora effettuate si applicherà l’aliquota del 70% come da normativa vigente.
Chi invece non aveva optato per la cessione o lo sconto in fattura ma aveva deciso di fruire della detrazione fiscale dovrà sostenere le spese entro il 2023 anche se i lavori non sono terminati.
Fondo per i redditi fino a 15.000 euro
La normativa introdotta con il DL salva spese prevede altresì una disposizione a favore delle persone con redditi bassi che si pone in linea con quanto era già stato previsto dal Governo per il 2023.
Viene infatti autorizzata la corresponsione di un contributo a favore dei soggetti aventi un reddito di riferimento non superiore ai 15.000 euro, per le spese che siano sostenute dal 1° gennaio 2024 al 31 ottobre 2024, per interventi che abbiano raggiunto un SAL (stato di avanzamento lavori) di almeno il 60% entro il 31 dicembre 2023. Detto contributo potrà essere erogato compatibilmente con le risorse a disposizione dell’Agenzia delle Entrate e secondo le modalità che saranno indicate in apposito decreto del Ministero dell’economia e delle finanze da adottarsi entro 60 giorni dall’entrata in vigore del DL 212/2023 di cui stiamo trattando. Siamo di fronte ad un Fondo istituito per agevolare i redditi più bassi in quanto diretto a compensare la differenza tra l’aliquota 110% e l’aliquota 70%. Un contributo a fondo perduto a beneficio di coloro che in condizioni economiche disagiate hanno iniziato i lavori con il Superbonus ma non sono riusciti a terminarli.
Cessioni del credito: quali sono le novità
Partiamo dal presupposto che con il Decreto legge n.11 del 16 febbraio 2023 è stato detto stop all’uso generalizzato di cessione del credito e sconto in fattura in riferimento a Superbonus e ad altri bonus edilizi minori. Sono salve alcune eccezioni.
Le cessioni del credito ancora consentite dalla legge saranno possibili in relazione agli interventi comportanti la demolizione e ricostruzione degli edifici purché in data antecedente all’entrata in vigore del DL 212/2023 sia stata presentata la richiesta di titolo abilitativo per l’esecuzione dei lavori edilizi.

Laureata in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Torino lavoro nel mondo delle assicurazioni. Sono appassionata di libri, cinema e comunicazione e dal 2013 ho iniziato la mia esperienza in continua evoluzione come web writer.