Una breve overview sulla situazione del prop-tech e dei portali immobiliari stranieri per capire come sta evolvendo il mercato all’estero, dove le cose accadono sempre prima.
Trend n.1: i portali per soli agenti
Il portale più in vista all’estero all’interno di questa categoria è, al momento, l’inglese OnTheMarket, che sta andando davvero forte. Queste le principali novità che lo riguardano.
Secondo le ultime indiscrezioni, il portale inglese riservato ai professionisti avrebbe deciso di premiare gli agenti che sottoscrivono accordi di abbonamento a lungo termine con il portale, conferendo loro azioni della società, quotata alla Borsa di Londra. I dettagli relativi al numero e all’identità degli agenti coinvolti non sono ancora pubblici, ma la mossa implica che siano di fatto clienti paganti. Attualmente, le azioni di OTM valgono circa £ 210.000. La società ha una valutazione di circa 61 milioni di sterline.
OTM inoltre continua con la sua aggressiva strategia one other portal che cerca di contrastare i portali concorrenti svuotandoli di contenuti. Ian Springett, amministratore delegato di OTM, invita gli agenti immobiliari inglesi, sempre più pressati dai costi pubblicitari dei portali, a riconsiderare le loro scelte di investimento. Per portare acqua al suo mulino, fa due valide considerazioni: da un lato, Rightmove – il player leader di mercato in Gran Bretagna, che ha superato la barriera delle 1.000 sterline al mese di abbonamento – comincia a perdere terreno sul campo dei lead generati, dall’altro OTM il terreno lo guadagna.
Stando alle dichiarazioni di Springett, infatti, “Rightmove ha generato nel 2018 un minor numero di lead per i suoi clienti, il che significa che per ogni 100 € spesi dagli inserzionisti, Rightmove ha generato una media di 17 lead. Si tratta di una riduzione del 39% rispetto al 2015, quando ogni 100 sterline generava una media di 28 lead.”
OTM invece ha migliorato le sue prestazioni, grazie alla strategia degli “effetti di rete”: più agenti che mostrano più immobili sul portale e quindi attirano più visite, generando, in ultima analisi, più valore per gli azionisti e più lead per i clienti.
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Trend n.2: le agenzie immobiliari online
Dall’altra parte della barricata rispetto ai portali riservati agli agenti, come moderna evoluzione del ruolo del mediatore, si posizionano le agenzie immobiliari online.
L’inglese Purplebricks – attiva anche negli Usa e in Australia – rientra a pieno titolo nella categoria e sta facendo bene: quest’anno ha fatto la sua apparizione nel Superbrands Index, l’elenco dei marchi “più rilevanti” della Gran Bretagna per i consumatori. L’azienda si è qualificata 13° su un totale di 20 superbrand, tra cui anche Amazon, Aldi, Google , LEGO e YouTube.
Purplebricks, inoltre, si appresta ad entrare nel settore delle aste immobiliari online.
Trend n.3: la tokenizzazione
La tokenizzazione consente ai proprietari di immobili di vendere frazioni di proprietà o flussi di reddito a investitori terzi tramite la tecnologia blockchain. In cambio, i proprietari ricevono della liquidità, poiché i token si classificano a tutti gli effetti come titoli finanziari. Allo stato attuale, le soluzioni di tokenizzazione sono ancora agli esordi e presentano parecchie criticità: risultano infatti costose e lasciano i proprietari vulnerabili rispetto ai rischi normativi (è ancora una materia nebulosa dal punto di vista legislativo) e di liquidità.
Di recente, però, Jointer – una sturtup che si occupa di tokenizzazione nell’ambito degli immobili commerciali – assicura di ridurre al minimo i rischi e di migliorare i rendimenti e la liquidità dell’investimento. Jointer rilascia token di debito per prendere in prestito denaro dal pubblico per aiutare i proprietari immobiliari a sbloccare immediatamente il proprio capitale a costo zero. Gli immobili vengono raggruppati per proprietà simili, per creare un indice generale, che consente ai token di Jointer di seguire le prestazioni di un indice. Gli investitori che ‘prestano il proprio denaro’ ricevono fino al 20% del ROI annuo.
Trend n.4: intelligenza artificiale
I robot sostituiranno il lavoro delle persone? A questa domanda da film di fantascienza anni ’80, Keyo – società di property management californiana – risponde fieramente di sì. La società assicura che la sua tecnologia di intelligenza artificiale abbasserà i livelli di rischio di insolvenza per i proprietari di case in affitto e afferma inoltre di essere in grado di trovare un inquilino qualificato molto più velocemente di un broker tradizionale.
Fondamentalmente, i proprietari affittano i loro appartamenti liberi attraverso l’app Keyo e la società si occupa di trovare inquilini qualificati. Keyo addebita al locatore un mese di affitto per trovare l’inquilino – a tutti gli effetti una commissione di brokeraggio – e garantire i termini finanziari del contratto di locazione (assicurando al locatore il canone mensile, anche se il locatario è inadempiente o in ritardo). Keyo non addebita alcun costo aggiuntivo all’affittuario. La sua app consente inoltre di gestire internamente il pagamento del canone.
Web enthusiast, appassionata di viaggi, libri e scrittura. Siciliana d’origine, milanese d’adozione, dopo una laurea in Management presso l’Università Bocconi di Milano, entra a contatto col mondo delle startup e del Prop-tech. Oggi lavora come Consulente di Marketing.