19 Ottobre 2017, 16:30

A metà strada tra l’automatizzazione e la uberizzazione, il Proptech è insieme minaccioso e promettente. Ma al di là di tecnicismi e definizioni da vocabolario cos’è veramente questo fenomeno e cosa comporterà per i professionisti dell’immobiliare? Ecco tutto quello che c’è da sapere.

È sotto gli occhi di tutti: le nuove tecnologie stanno riforgiando il profilo di ogni settore dell’economia, compreso l’immobiliare.

Tant’è che è stato coniato addirittura un nuovo termine in inglese, Proptech, per indicare tutte le tecnologie che permettono la creazione di soluzioni digitali con un focus specifico nel settore immobiliare. In altre parole, si tratta di rivoluzionare il Real Estate in modo da tener conto del contesto digitale e dei nuovi modi di acquistare e consumare.

Il Proptech è una piccola parte di una più ampia trasformazione digitale nell’industria immobiliare. È un concetto un po’ vago che considera sia il cambiamento tecnologico e di mentalità del settore, sia un cambiamento nei gusti, negli atteggiamenti e nelle abitudini dei consumatori, sia trasformazioni dal lato dell’industria edilizia che coinvolgono gli edifici e le città.

Per capire la portata del fenomeno basti pensare che solo nell’ultimo anno due società PropTech, la Yopa e la Habito, piattaforme internet operative in Inghilterra, hanno raccolto oltre 45 milioni di euro dai venture capitalist.

Si pensi anche alle nuove tendenze che stanno emergendo in tutti i settori dell’industria immobiliare: il co-lavoro sta cambiando le regole nel settore degli spazi per uffici, il co-living offre nuove alternative nel residenziale, il crowdfunding sta riformando le costruzioni e gli investimenti immobiliari, e affitti stagionali e affitti brevi sono sempre più frequenti. Molte nuove professioni stanno emergendo accanto ai lavori tradizionali del settore, come il piloti di droni, gli specialisti in acquisizioni virtuali di case e gli aggregatori di dati. E sempre nuove idee sono in fermento.

Queste dinamiche portano gli imprenditori a riflettere su vari aspetti del settore, su bisogni emergenti e spazi latenti nel mercato e invogliano a creare start-up  e nuove tecnologie che rispondano a esigenze molto specifiche.

Le startup Proptech si possono raggruppare in due tipologie: quelle che si propongono di eliminare o sostituire gli intermediari e quelle che invece forniscono strumenti hi-tech che facilitano il lavoro di questi ultimi.

Come andrà a finire? Difficile dirlo, si tratta di un fenomeno nuovo e in continua evoluzione, inserito in un paesaggio digitale che cambia – anch’esso – continuamente. Quel che è certo è che il progresso tecnologico è inarrestabile e che la tecnologia ha certamente reso le nostre vite più semplici, e non c’è ragione per cui non debba fare lo stesso nel mondo del real estate.

Al momento possiamo limitarci ad identificare alcuni vertici all’interno del PropTech: il mercato immobiliare vero e proprio (PropTech), le città intelligenti (smart cities) e gli edifici intelligenti, nel comparto dell’industria edilizia (ConTech) e la finanza (FinTech). Sia ConTech che FinTech hanno stretti legami con l’industria immobiliare.

Per avere un quadro più chiaro, dare un’occhiata a questo diagramma:

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