14 Novembre 2024, 16:07

Acquistare una casa rappresenta una delle decisioni finanziarie e personali più importanti nella vita di una coppia. Tuttavia, sebbene la scelta di acquistare una proprietà congiuntamente sia comune, le tutele giuridiche e gli aspetti legali variano notevolmente a seconda dello stato civile dei partner. Le coppie non sposate, in Italia conosciute come “coppie di fatto”, devono affrontare questioni legali specifiche e, talvolta, complesse che differiscono da quelle previste per le coppie sposate. Questo articolo esplorerà le principali tutele giuridiche a disposizione delle coppie di fatto che acquistano una casa insieme, analizzando le differenze rispetto alle coppie sposate e fornendo una guida su come proteggersi al meglio legalmente.

Che cos’è una coppia di fatto

Prima di esplorare le tutele giuridiche, è importante definire cosa si intenda per “coppia di fatto” in Italia. Le coppie di fatto si riferiscono a due persone maggiorenni, di sesso diverso o dello stesso sesso, che convivono stabilmente, ma non hanno contratto matrimonio né unione civile.

La legge Cirinnà riconosce alcuni diritti alle coppie di fatto, ma non equipara tali diritti a quelli delle coppie sposate. Per questo motivo, è cruciale comprendere le specifiche garanzie giuridiche che una coppia di fatto può ottenere nel contesto dell’acquisto di una casa.

Acquisto di una casa in comproprietà

Una delle forme più comuni di acquisto per una coppia di fatto è la comproprietà, ossia l’acquisto congiunto dell’immobile, dove entrambi i partner diventano proprietari. In questo caso, il bene risulta intestato a nome di entrambi, in quote percentuali che devono essere specificate al momento dell’acquisto.

E’ possibile intestare la casa in parti uguali (50% ciascuno) oppure decidere quote diverse, in base al contributo economico di ciascuno dei partner.

È essenziale che la ripartizione delle quote sia chiaramente esplicitata nel rogito notarile. In assenza di una specificazione, l’immobile sarà considerato di proprietà al 50% per ciascun partner, indipendentemente dal contributo economico effettivo di ciascuno. Questo può diventare problematico in caso di separazione, quando uno dei due potrebbe reclamare una quota maggiore, sostenendo di aver contribuito maggiormente all’acquisto ma in tal caso prevarrebbe la percentuale riportata.

Se la casa è in comproprietà, i due partner devono essere consapevoli che ogni decisione relativa all’immobile (ad esempio, vendita o affitto) richiede il consenso di entrambi i comproprietari. In caso di disaccordo, potrebbe essere necessario rivolgersi a un giudice per risolvere la questione.

Nel caso in cui la coppia decida di separarsi, se l’immobile è in comproprietà, sarà necessario trovare un accordo sulla divisione. In alternativa, uno dei due partner potrebbe acquistare la quota dell’altro, oppure si potrebbe optare per la vendita della casa e la suddivisione del ricavato in base alle quote di proprietà.

Mutuo ipotecario

Se la coppia di fatto decide di acquistare la casa accendendo un mutuo, è importante sapere che le banche generalmente richiedono la firma di entrambi i partner sull’atto di mutuo, quando la proprietà è condivisa. Ciò significa che entrambi saranno responsabili per il rimborso del debito, anche nel caso in cui solo uno dei due partner paghi effettivamente le rate.

Un altro aspetto da considerare è il caso della separazione. Anche in questa situazione, entrambi i partner continueranno a essere responsabili del mutuo, a meno che non decidano di vendere la casa o uno dei due rilevi interamente il mutuo. Questa situazione potrebbe comportare difficoltà pratiche se uno dei due partner smette di pagare le rate, poiché la banca potrà rivalersi anche sull’altro comproprietario.

Decesso di un partner

Uno dei temi più delicati per le coppie di fatto riguarda le tutele in caso di decesso di uno dei partner. A differenza delle coppie sposate, i partner di fatto non godono di un diritto automatico di successione ereditaria. Questo significa che, in assenza di un testamento, il partner superstite non erediterà automaticamente la casa o altre proprietà del defunto. Potrà beneficiare di un diritto di abitazione, come riconosciuto dalla Legge Cirinnà, nella casa comune, purché vi sia stata convivenza stabile. Tuttavia si deve precisare che questo diritto è limitato nel tempo poiché dura soli 2 anni o 5 se nella casa vi siano figli minori o disabili. Una volta decorso tale periodo, il partner potrebbe essere costretto a lasciare l’abitazione.

La successione ereditaria

Se la coppia non ha predisposto un testamento, alla morte di uno dei partner, la sua quota di proprietà passerà automaticamente agli eredi legittimi, che possono essere i figli, i genitori o altri parenti del defunto. Il partner superstite, non essendo considerato un erede legittimo, non avrà alcun diritto sulla quota del compagno defunto.

Per evitare questa situazione, è possibile redigere un testamento, specificando che la quota dell’immobile passi al partner superstite. Tuttavia, è importante notare che in Italia la legge prevede delle quote di legittima per determinati eredi, come i figli, che non possono essere escluse dalla successione. Quindi, se ci sono figli, il partner superstite non potrà ereditare l’intera quota, ma solo una parte.

Sulla base di quanto detto finora emerge con chiarezza che l’acquisto di una casa da parte di una coppia di fatto richiede un’attenta pianificazione e una piena consapevolezza delle implicazioni legali. Le tutele per le coppie di fatto, pur presenti, non offrono la stessa protezione delle coppie sposate, soprattutto in termini di successione ereditaria. Pertanto, è fondamentale che esse valutino attentamente la redazione di un testamento per proteggere i propri interessi e diritti.

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