Il cappotto termico – in tutte le sue tipologie (interno o esterno) – è uno dei più efficaci sistemi di efficientamento energetico in architettura: migliora il benessere, diminuisce il bisogno di ricorso agli impianti sia di riscaldamento che di raffrescamento e permette un notevole risparmio in bolletta. Oggi più che mai il risparmio energetico è un’esigenza sia economica che ecologica: vediamo in che modo l’isolamento a cappotto termico può aiutare.
Patrimonio immobiliare italiano e cappotto termico
In Italia, gran parte del patrimonio immobiliare risale a prima degli anni Ottanta del novecento, periodo in cui non vi era particolare attenzione alla sostenibilità ecologica e di conseguenza si tratta di immobili energivori.
Oltre la metà delle abitazioni non hanno mai subìto interventi di ristrutturazione o manutenzione e sono in classi energetiche molto basse. L’isolamento a cappotto può essere quindi uno degli strumenti più efficaci per avvicinarsi agli obiettivi di efficientamento energetico richiesti dalle normative dell’Unione Europea.
Cappotto termico: cos’è?
Il cappotto termico è anche conosciuto col nome di isolamento a cappotto o sistema di isolamento a cappotto.
Può essere interno o esterno a seconda se viene collocato all’interno o all’esterno dell’unità immobiliare.
A cosa serve l’isolamento a cappotto
Il cappotto termico ha il compito di migliorare la coibentazione termica e proteggere dal caldo e dal freddo, riducendo l’utilizzo degli impianti e quindi le spese di energia elettrica e gas.
Intervenendo sui ponti termici e acustici, evita che si formino muffe e condense e contemporaneamente migliora l’isolamento acustico.
Cappotto termico esterno
Quando il l’isolamento a cappotto è posizionato all’esterno dell’immobile viene quindi chiamato esterno.
Quando ricorrere al cappotto termico esterno
Il cappotto termico esterno è una situazione ideale in questi casi:
- Ristrutturazione della facciata;
- Problemi di isolamento;
- Necessità di risparmio energetico;
- Pareti umide e con problemi di muffa;
- Miglioramento del decoro della facciata;
- Rispetto di regolamenti locali.
La posa in opera del cappotto termico esterno e i suoi strati
Si tratta di un sistema di isolamento dell’involucro edilizio composto da vari strati di materiali diversi che vengono applicati internamente o esternamente alle pareti.
I componenti da posare sono:
- adesivo (malta adesiva o collanti);
- pannello isolante prodotto rasante;
- rete di armatura;
- tasselli per l’ancoraggio;
- intonaco di finitura;
- finitura protettiva;
- accessori (paraspigoli, profili per la zoccolatura, raccordi, nastri di guarnizione e bordi).
Il cappotto termico deve essere oggetto di una corretta posa in opera. In questo modo, può durare anche fino ai 25 anni.
I vantaggi del cappotto termico esterno
I principali vantaggi dell’isolamento a cappotto esterno sono il risparmio in bolletta per le persone e la riduzione delle emissioni di CO2 per il Pianeta.
Ci sono poi altri vantaggi da non dimenticare:
- Si tratta di un sistema utilizzato da oltre 50 anni e quindi più che collaudato.
- Il risparmio riguarda anche il raffrescamento estivo, con un dimezzamento delle spese legate all’uso dei condizionatori in estate.
- Protegge anche la facciata da intemperie e aggressioni esterne.
- Aumenta il valore economico del fabbricato e delle unità immobiliari contenute in esso.
- Non agisce solo sul piano ecologico: la riqualificazione del patrimonio immobiliare è una forte leva occupazionale.
- Inoltre, il contribuisce a contrastare la povertà energetica, diffusa in Europa.
Isolamento a cappotto esterno: normative e standard qualitativi
L’associazione europea EAE ha certificato un sistema di qualità chiamato External Thermal Insulation Composite System (ETICS), composto a strati:
- collante;
- materiale isolante termico in forma di pannello;
- tasselli di ancoraggio;
- intonaco di fondo;
- strato di rinforzo;
- intonaco di finitura.
I componenti certificati devono rispettare il riferimento normativo europeo EAD 040083-00-0404, che definisce il cappotto termico come un kit di elementi costruttivi prestabiliti.
Esiste anche la certificazione EPD (Environmental Product Declaration), basata sulle emissioni che riguardano la produzione di un componente. L’EPD è anche una guida per progettisti che permette di scegliere le soluzioni più sostenibili sul lungo periodo.
Esistono anche due norme UNI italiane:
- UNI/TR 11715:2018: riguarda i materiali e le tecniche di progettazione.
- UNI 11716:2018: riguarda la professionalità delle maestranze.
Cappotto termico interno
L’isolamento a cappotto interno è una valida alternativa che si mette in pratica quando non è possibile intervenire esternamente a causa di limiti condominiali o vincoli architettonici. Inoltre, è un’opportunità adatta quando si vuole efficientare un’unica unità immobiliare.
Materiali che compongono il cappotto termico interno
Il cappotto termico interno, di solito, è composto da pannelli isolanti in polistirene, ricoperti da cartongesso, ma si può ricorrere a soluzioni della bioedilizia, come il sughero o la canapa. Un’alternativa high tech è l’aerogel, che garantisce ottime prestazioni con spessori davvero ridotti. Abbiamo poi anche il PIR e la resina fenolica.
I materiali dei pannelli possono essere divisi in tre grandi gruppi a seconda dell’origine:
- sintetica: il materiale espanso EPS (con grafite) e il materiale estruso XPS o l’aerogel.
- minerale: lana di roccia, lana di vetro, calce o cemento.
- naturale: sughero, fibra di legno, canapa rivestita con intonaco di calce o lana di pecora.
Isolamento a cappotto interno: vantaggi e criticità
Il cappotto termico interno ha diversi vantaggi: elimina la condensa superficiale, costa relativamente poco e può essere posato velocemente.
Tra le sue criticità vi è lo spessore, perché il cappotto termico interno riduce il volume degli ambienti interni, ma alcuni materiali riescono a garantire spessori minimi. Un’altra criticità riguarda gli eventuali interventi di riparazione, che potrebbero compromettere l’utilizzo degli interni.
I costi e i prezzi del cappotto termico interno
Fare una stima dei costi dell’isolamento a cappotto non è facile. Al metro quadro, si va dai 50 agli 80 euro esclusa la manodopera, che aggiunge altri 25 euro.
Sono calcoli approssimativi, perché influisce molto lo stato dell’immobile, le sue dimensioni, le particolarità progettuali e altre caratteristiche dell’immobile.
Isolamento a cappotto interno ed esterno: conclusioni
Il passaggio al cappotto termico, sia interno che esterno, rappresenta una scelta intelligente e strategica per migliorare l’efficienza energetica di un edificio.
Il cappotto termico rappresenta quindi un investimento sensato per coloro che cercano di ottimizzare l’efficienza energetica della propria abitazione o struttura, migliorando contemporaneamente il comfort degli occupanti e riducendo l’impatto ambientale.
In arte Irriverender, è Architetto di formazione, Docente di ruolo di Tecnologia, Copywriter e Seo Specialist.
Collabora con varie riviste e siti, scrivendo saggi su temi di architettura, domotica, design, real estate e tecnologia dell’abitare.