
In una decisione storica che potrebbe riscrivere le regole del mercato immobiliare statunitense, una giuria federale a Kansas City, nel Missouri, ha recentemente emesso un verdetto pesante contro alcuni giganti dell’intermediazione immobiliare. La National Association of Realtors (NAR), insieme a diverse agenzie, comprese le unità della Berkshire Hathaway di Warren Buffett e l’agenzia Keller Williams, è stata condannata a pagare danni per 1,78 miliardi di dollari. Questa cifra monumentale, che potrebbe triplicarsi fino a superare i 5,3 miliardi di dollari secondo le leggi antitrust statunitensi, riflette la serietà delle accuse: la cospirazione per gonfiare artificialmente le commissioni di vendita delle case.
Le Origini della Disputa
Negli Stati Uniti, gli agenti immobiliari operano generalmente come rappresentanti esclusivi di una delle due parti in una transazione immobiliare: l’acquirente o il venditore. Questo significa che un acquirente può selezionare un proprio agente (“buyer’s agent”), che lavorerà esclusivamente nel suo interesse, negoziando prezzi migliori, cercando proprietà che soddisfino le sue esigenze e fornendo consigli specifici. Analogamente, il venditore ha il suo agente (“seller’s agent”), che si concentra su come ottenere il massimo valore dalla vendita della proprietà. Questo modello basato sulla rappresentanza esclusiva e sulla fiducia verso una delle parti fornisce un livello elevato di personalizzazione e impegno nell’assistenza ai clienti.
Il nucleo del problema riguarda il sistema di commissioni nel mercato immobiliare. Negli USA, i broker hanno tipicamente richiesto ai venditori una commissione del 5%-6% sul prezzo di vendita delle abitazioni, metà dei quali andavano all’agente dell’acquirente. Tuttavia, con l’avvento delle ricerche immobiliari online, molti ritengono che il ruolo degli agenti sia diminuito, rendendo ingiustificate tali commissioni elevate.
I venditori di oltre 260.000 case in Missouri, Kansas e Illinois, tra il 2015 e il 2022, hanno argomentato che tale sistema ha “gravi effetti anticoncorrenziali”. La loro vittoria in tribunale non solo chiama in causa le pratiche decennali degli agenti immobiliari ma pone anche i consumatori al centro di un’importante discussione sulle transazioni immobiliari.
Reazioni e Conseguenze
Diversi tra gli imputati, tra cui HomeServices di Berkshire e Keller Williams, hanno espresso la loro delusione per il verdetto, annunciando l’intenzione di fare appello. La NAR ha contestato qualsiasi obbligo imposto agli agenti di offrire commissioni fisse, sottolineando la mancanza di prove in questo senso.
Sul fronte dei patteggiamenti, Re/Max e Anywhere Real Estate, che includono marchi come Century 21, Coldwell Banker e Corcoran, hanno risolto la questione prima del processo, pagando rispettivamente 55 milioni e 83,5 milioni di dollari, senza ammettere responsabilità. Questi accordi hanno segnato una significativa svolta nella disputa legale, benché la loro azioni abbiano registrato fluttuazioni in borsa.
Il Futuro del Settore

Questo verdetto rappresenta non solo una sfida per le agenzie coinvolte ma anche un potenziale punto di svolta per l’intero settore immobiliare negli Stati Uniti. La pressione per una maggiore trasparenza e concorrenza potrebbe portare a un ridimensionamento delle commissioni e a una revisione dei modelli di business tradizionali. Inoltre, con il Dipartimento di Giustizia degli USA che sta spingendo per rilanciare un’indagine antitrust sulla NAR, il settore sembra avviarsi verso un periodo di incertezza e cambiamento.
Un cambiamento significativo che potrebbe emergere da una revisione del modello immobiliare è la struttura di pagamento delle commissioni per gli agenti degli acquirenti (buyer agents). Questo sistema può talvolta creare un conflitto di interessi percepito, dato che l’agente dell’acquirente è pagato dal venditore, ma dovrebbe agire nell’interesse dell’acquirente.
Possibili Impatti di un Cambiamento:
- Negoziazione Diretta delle Commissioni: Se le commissioni del buyer agent dovessero essere a carico dell’acquirente, si assisterebbe a un cambiamento sostanziale. Gli acquirenti avrebbero la responsabilità di negoziare direttamente le commissioni con i loro agenti. Questo potrebbe portare a una maggiore trasparenza e potenzialmente a commissioni più competitive.
- Maggiore Consapevolezza dei Costi: Gli acquirenti sarebbero più consapevoli dei costi associati al servizio di consulenza immobiliare, potendo valutare meglio il valore e la qualità del servizio offerto dall’agente.
- Impatto sul Mercato: Questo cambiamento potrebbe avere un impatto sul comportamento degli acquirenti, alcuni dei quali potrebbero scegliere di non avvalersi di un agente per risparmiare sulle commissioni, incrementando così le compravendite dirette o la ricerca di alternative meno costose.
- Maggior Enfasi sulla Competenza dell’Agente: Con gli acquirenti direttamente responsabili del pagamento delle commissioni, gli agenti potrebbero essere spinti a dimostrare più chiaramente il valore e l’efficacia dei loro servizi per giustificare il loro compenso.
Conclusioni
Il passaggio a un sistema in cui le commissioni del buyer agent sono negoziate direttamente dall’acquirente potrebbe incentivare una maggiore trasparenza e forse un migliore allineamento degli interessi tra gli acquirenti e i loro agenti. Tuttavia, questo cambiamento richiederebbe anche una maggiore educazione e sensibilizzazione dei consumatori riguardo al processo di acquisto immobiliare e ai costi associati. Le implicazioni di tale cambiamento potrebbero variare notevolmente a seconda delle specifiche dinamiche e delle normative del mercato immobiliare locale.
In un mondo dove l’accesso alle informazioni e le possibilità di scelta diretta si ampliano, il mercato immobiliare statunitense potrebbe dover affrontare una trasformazione radicale, ponendo fine a pratiche a lungo contestate e aprendo la strada a un nuovo paradigma di equità e trasparenza.
Mentre il verdetto di Kansas City scuote il sistema immobiliare degli Stati Uniti, è interessante paragonarlo con il modello italiano, mettendo in luce differenze sostanziali e possibili implicazioni a livello internazionale.
Implicazioni Globali: il Modello Italiano

In Italia, l’approccio è diverso. Gli agenti immobiliari operano più comunemente come mediatori tra venditore e acquirente. In questo ruolo, l’agente non rappresenta esclusivamente gli interessi di una parte, ma agisce come intermediario imparziale per facilitare la transazione tra le due parti. Questo significa che, in genere, l’acquirente non sceglie un proprio agente; piuttosto, interagisce con l’agente che gestisce la vendita della proprietà di interesse. Questo modello di mediazione richiede un equilibrio delicato da parte dell’agente, che deve garantire che gli interessi di entrambe le parti siano presi in considerazione.
Queste differenze tra i due sistemi possono avere implicazioni significative sia per i consumatori sia per le pratiche del settore. Il modello americano, incentrato sulla rappresentanza di parte, può spesso portare a una maggiore competitività e a strategie aggressive di marketing e negoziazione. Al contrario, il modello italiano, focalizzato sulla mediazione, pone un’enfasi maggiore sulla neutralità e sull’equità, cercando di bilanciare gli interessi di entrambe le parti.
Un aspetto comune che non si può tralasciare è la trasparenza sulle commissioni, aspetto sul quale anche il mercato italiano potrebbe fare grandi passi avanti.
2 Commenti
cleonice
Anche in Italia registro la pratica scorretta degli agenti che non chiedono provvigione al venditore per avere l’incarico a vendere la proprietà cosicchè l’acquirente si trova a sopportare tutto il carico delle commissioni e non lo ritengo giusto. Visto che l’agente immobiliare in Italia è intermediario equo tra le parti dovrebbe chiedere esempio il 2-3% da entrambe le parti invece che il 4/6% dal solo acquirente.. questa è una realtà diffusissima .. e non è corretta secondo me. grazie,saluti
Piercarlo
Credo che il modello americano sia in ogni caso migliore di quello italiano, ognuno almeno lì si può scegliere il proprio agente…poi forse sarebbe giusto che ciascuno si pagasse il suo professionista, negoziando liberamente il compenso.