25 Giugno 2024, 18:38

La crisi abitativa di Barcellona

Barcellona, una delle mete turistiche più ambite d’Europa, sta affrontando un’importante crisi abitativa. L’aumento vertiginoso dei prezzi degli immobili, alimentato in parte dal boom degli affitti brevi, ha spinto molti residenti fuori dal centro città, creando una forma di disuguaglianza sociale.

Per contrastare questa tendenza e garantire alloggi a prezzi accessibili, il sindaco Juame Collboni ha annunciato una decisione storica: dal 2029, non verranno più rinnovate le licenze per gli appartamenti turistici. Questa mossa, sostenuta dal governo spagnolo, mira a riportare i residenti nel cuore di Barcellona, favorendo il ritorno a un equilibrio che ad oggi risulta mancare.

Cosa succederà a Barcellona dal 2029

Questa scelta non sarà di certo priva di sfide e ostacoli. L’industria degli affitti brevi teme ripercussioni negative sull’economia turistica della città. La città infatti è spesso scelta come meta ideale da molti turisti spagnoli e non come meta culinaria e culturale. Ci si interroga su come evitare un aumento dei prezzi degli hotel tradizionali, che potrebbero approfittare della riduzione dell’offerta di alloggi turistici, e su come gestire l’impatto economico della riduzione degli affitti brevi, che rappresentano una fonte di reddito significativa per molti proprietari e per l’intera città.

Inoltre, molti piccoli proprietari che hanno investito in appartamenti turistici potrebbero subire perdite economiche. È fondamentale trovare soluzioni per accompagnare questa transizione in modo equo e sostenibile, tutelando sia i residenti che gli operatori del settore turistico.

Cosa succede invece in Italia

Anche l’Italia sta affrontando il problema degli affitti brevi, soprattutto nelle città d’arte come Venezia e Firenze, ma anche Milan, Roma e Bologna dove l’aumento degli alloggi turistici ha contribuito alla perdita di identità dei centri storici, costringendo molti residenti a muoversi in zone più periferiche delle città. La ministra del Turismo, Daniela Santanché, ha recentemente firmato un decreto legge per regolamentare il settore e combattere l’abusivismo.

Il decreto non è tanto stringente e restrittivo come quello dell’amministrazione comunale della città spagnola. Nonostante ciò anche in Italia è stato introdotto l’obbligo di un codice identificativo nazionale per gli appartamenti, limitando il numero di appartamenti che un proprietario può affittare e stabilendo requisiti di sicurezza più rigorosi. Queste misure mirano a tutelare sia chi fa impresa nel settore turistico, proteggendo la proprietà privata, sia i residenti, garantendo una maggiore equità nel mercato immobiliare.

Il futuro del turismo urbano

La questione degli affitti brevi solleva interrogativi più ampi sul futuro del turismo urbano. Come conciliare l’afflusso di turisti con la necessità di preservare l’identità e la vivibilità delle città? Quali modelli alternativi possono garantire un turismo sostenibile e rispettoso delle comunità locali?

La decisione di Barcellona rappresenta un esperimento importante, che potrebbe ispirare altre città europee e italiane a ripensare il proprio modello turistico. È fondamentale trovare un equilibrio tra le esigenze economiche del settore turistico e quelle sociali e culturali dei residenti, per garantire un futuro sostenibile alle nostre città senza dover rinunciare all’apporto del turismo.

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