19 Luglio 2023, 15:34

Dopo la bocciatura del Piano Casa da parte della Corte Costituzionale è stato approvato un documento informativo indirizzato agli uffici comunali pugliesi affinché essi possano disporre di linee guida cui attenersi. Vediamo dunque quali sono stati gli effetti provocati dalla sentenza n. 17 del 20 dicembre 2022 emessa dalla Consulta in merito al Piano Casa Puglia 2023. Andiamo con ordine e prima di tutto spieghiamo brevemente in cosa consiste, in senso più generale, il piano casa.

Che cos’è il piano casa e cosa prevede?

Al fine di rilanciare il settore dell’edilizia, lo Stato, in accordo con le Regioni, ha approvato degli strumenti per consentire ampliamenti volumetrici degli immobili privati. Si potrà demolire e ricostruire l’abitazione nel rispetto di nuovi parametri di volume con spese inferiori a quelle rese necessarie per l’acquisto di una nuova abitazione.

Ecco che, per dare attuazione a tali obiettivi, interviene il Piano Casa, nato come una disposizione transitoria volta a ottimizzare il patrimonio edilizio esistente.

Il Piano Casa riconosce la possibilità di effettuare degli investimenti privati per migliorare le abitazioni esistenti. Si riconosce la possibilità di accedere a un Bonus volumetrico, solitamente pari al 20% nel caso si pongano in essere degli ampliamenti di volume dell’immobile. Si arriva al 50% nel momento in caso di demolizione e ricostruzione dell’edificio. Questa può essere l’occasione per effettuare anche interventi di efficientamento energetico e miglioramento antisismico in linea con lo scopo del legislatore di migliorare la qualità del patrimonio edilizio.

Piano Casa: una misura che varia in base alle regioni

Ciascuna Regione ha un proprio Piano casa con specifiche caratteristiche e durata.

Inizialmente, la durata del Piano casa era di un anno e mezzo. Avendo portato al rilancio del settore edile, la misura è stata più volte prorogata.

Mentre nella maggior parte dei casi si deve attendere di volta in volta il rinnovo, in alcune regioni l’accordo è divenuto permanente.

Piano Casa Puglia: a che punto siamo?

A seguito della sentenza della Corte Costituzionale sopra citata, dopo l’incontro Anci-Regione è scaturito un importante documento informativo i cui destinatari sono i Comuni pugliesi.

Il documento, contenente due allegati, fornisce delle linee guida di carattere operativo ai responsabili degli uffici tecnici comunali che dovranno subire le conseguenze della sentenza che ha bocciato l’ultima proroga del Piano Casa pugliese. È stata infatti dichiarata l’illegittimità costituzionale degli artt 1 e 2 della Legge della Regione Puglia 30 novembre 2021, n. 38 recante «Modifiche alla legge regionale 30 luglio 2009, n. 14 (misure straordinarie e urgenti a sostegno dell’attività edilizia e per il miglioramento della qualità del patrimonio edilizio residenziale).

Cosa ha stabilito la sentenza?

Ha bocciato le disposizioni che sancivano la proroga temporale della disciplina del Piano Casa che aveva consentito interventi di ampliamento, demolizione e ricostruzione degli immobili, anche derogando ai parametri concernenti la pianificazione urbanistica locale.

L’obiettivo della norma era allargare la misura a immobili esistenti alla data del 1° agosto 2021 e a quelli per i quali fosse necessario presentare una Scia alternativa al permesso di costruire o all’istanza di permesso di costruire da depositare entro il 31 dicembre 2022 e non solo più entro il 31 dicembre 2021.

Il documento, dunque, mira a fornire un orientamento pratico per la valutazione dei procedimenti da parte degli uffici comunali.
Esso non ha comunque un valore vincolante, ma è un mero supporto pratico che fornisce indicazioni a Comuni e Associazioni di categoria. Questi necessitano di un supporto interpretativo coerente e volto a fornire i chiarimenti alle numerose criticità provocate dalla sentenza in questione.

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1 CommentoChiudere commenti

1 Commento

  • Mario
    Posted 1 Settembre 2023 at 15:22 0Likes

    Se è giusto che le continue proroghe sono in contrasto con altra legge è vero. Tuttavia questo contrasto normativo, ritengo, non assurge a violazione costituzionale, andava rimesso alla Cassazione.
    Quello che ritengo incostituzionale è l’irrazionalità della imposizione di limiti temporali ad una legge, accordo Stato Regioni, che prevedendo lo sviluppo edilizio, la maggior occupazione lavorativa, il miglioramento e l’efficientamento degli immobili, elementi tutti di indubbia utilità sociale, costanti nel tempo non possono avere limiti temporali. L’irrazionalità della norma ed il contrasto con l’art. 42 della costituzione sono di ampia evidenza.
    La funzione sociale della proprietà non prevede assurdi limiti al godimento della proprietà

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