12 Dicembre 2023, 17:14

L’imposta di successione è una tassa che deve essere versata all’Erario qualora si acquistino dei beni a seguito di successione ereditaria.

Con la morte di una persona i suoi beni sono trasferiti agli eredi legati al soggetto defunto da un rapporto di parentela o che vengono indicati nel testamento.

In questo articolo vedremo quando come l’imposta di successione deve essere pagata, quali sono le aliquote per calcolarla e ci soffermeremo sui casi in cui l’imposta non è dovuta.

La dichiarazione di successione

A seguito della morte di una persona si apre la successione. I chiamati all’eredità dovranno presentare la dichiarazione di successione, un adempimento necessario a comunicare all’Agenzia delle Entrate quelli che sono i beni che vengono trasmessi in eredità. Siamo di fronte a un obbligo che consente all’Erario di calcolare l’ammontare della tassa.

Il Fisco, infatti, sulla base dei dati pervenuti in sua conoscenza, provvederà entro massimo 3 anni a richiedere il pagamento dell’imposta di successione.

La dichiarazione di successione deve essere presentata entro e non oltre i 12 mesi dalla data di apertura della successione.

Non sempre la dichiarazione di successione deve essere compilata. I soggetti normalmente obbligati sono esonerati quando:

  • l’eredità viene devoluta al coniuge o a parenti in linea retta;
  • il valore dell’eredità non è superiore a 100mila euro;
  • nell’asse ereditario non vi sono beni immobili o diritti reali immobiliari.

Come calcolare l’imposta di successione e quali sono le aliquote

In caso di trasferimento per mortis causa di beni immobili o beni mobili, in taluni casi sarà necessario provvedere al versamento dell’imposta di successione.

Il primo passo da compiere per il pagamento dell’imposta di successione è individuare la base imponibile. Essa è costituita dalla differenza tra due valori, il valore dell’attivo ereditario e il valore delle passività del defunto.

Per attivo ereditario si intende la somma dei beni o diritti trasferiti in eredità. Per passività invece si intende la somma dei debiti ereditari esistenti alla data di apertura della successione, le spese mediche sostenute negli ultimi 6 mesi e funerarie. Queste ultime in misura non superiore a 1.032,91 euro.

Aliquote per l’imposta di successione

Una volta individuata la base imponibile, al fine di procedere al calcolo dell’imposta di successione, è necessario individuare quelle che sono le aliquote da applicare e le franchigie di cui l’erede potrà beneficiare.

Le aliquote sono diverse a seconda del rapporto che esisteva tra il defunto e il soggetto che ha ereditato il suo patrimonio. Possiamo infatti effettuare la seguente distinzione:

  • in caso di coniugi o passaggio di proprietà tra genitori e figli si applica un’aliquota pari al 4% del valore dell’eredità acquisita. Tuttavia, è da tener presente che il contribuente avrà diritto a una franchigia che in questi casi è pari a 1 milione di euro. Questo sta a significare che la tassa di successione non è dovuta per un valore dell’eredità che sia inferiore a tale importo;
  • In caso di fratelli e sorelle si applica un’aliquota pari al 6% del valore dell’eredità acquisita. In tal caso si avrà diritto ad alcuna franchigia di 100mila euro, pertanto l’aliquota andrà applicata sul valore ereditato che non sia inferiore a tale cifra;
  • Per tutti gli altri parenti fino al quarto grado viene confermata l’aliquota del 6% ma non si potrà beneficiare di alcuna aliquota;
  • In caso di legami al di fuori dei rapporti di parentela, si applicherà un’aliquota pari all’8% e anche questa volta senza il beneficio di alcuna franchigia.

Le aliquote e le franchigie si applicano in riferimento al singolo erede.

L’ultimo passo da compiere riguarda le modalità per il pagamento dell’imposta.

Come si paga l’imposta di successione

Una volta verificate le aliquote non resta che pagare se non si rientra nelle fasce di franchigia.

L’importo esatto viene calcolato dall’Agenzia delle Entrate e notificato all’erede mediante un avviso di liquidazione. Entro il termine di 60 giorni il soggetto obbligato dovrà provvedere a effettuare il pagamento con modello F24.

Qualora ci si trovi di fronte a importi molto elevati si potrà fare richiesta di un pagamento rateizzato. Condizione necessaria per fruire della rateizzazione è che il 20% della cifra sia versata entro 60 giorni da quanto si riceve la comunicazione. Per la restante si potrà fruire di 8 rate trimestrali per le quali saranno dovuti gli interessi.

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