14 Febbraio 2023, 13:45

San Valentino si festeggia sempre meno: questo è quanto emerge dai più recenti dati Istat. Rispetto al censimento del 2011 infatti, è stato registrato un aumento del 13% dei nuclei familiari composti da una sola persona, passati dal 31% al 35%. 

Un trend che secondo l’Istat continuerà a crescere nei prossimi anni: secondo una stima dell’Istituto, la dimensione media di un nucleo familiare è destinata a passare dal 2,3 attuale a 2,1 entro il 2040. 

Quanti single in ogni città?

Confrontando il dato sulle principali città italiane emerge immediatamente una massiccia differenza tra Nord e Sud: se il Meridione rimane ancora in parte legato al concetto di nucleo familiare, al Nord la situazione è cambiata in modo radicale. 

È importante notare come la variazione nella dimensione del nucleo familiare comporti una serie di cambiamenti sullo stile di vita degli italiani, sotto molteplici punti di vista. 

In particolare, focalizzandosi sul mercato immobiliare, la scelta della casa, generalmente pensata come centro e fulcro della vita di una famiglia, è molto diversa rispetto al passato, portando l’offerta immobiliare a regolarsi di conseguenza. 

L’offerta immobiliare: ci sono abbastanza case per i single?

Ci siamo pertanto chiesti se il mercato immobiliare nelle città italiane supporti o meno questo cambiamento socio-culturale nazionale, osservando come è frammentato per numero di locali lo stock di immobili in vendita presente sul portale Wikicasa.it. 

In alcune città, come Milano e Bologna, le famiglie composte da un’unica persona hanno superato il 50% del totale (rispettivamente 52,74% e 51,55%). Questo significa che la stragrande maggioranza delle persone alla ricerca di un immobile in queste città predilige una soluzione per una sola persona, due al massimo.  

Questo si riflette anche sull’offerta: in queste città, soluzioni abitative quali monolocale e bilocale costituiscono buona parte dello stock di immobili in vendita, il 32,5% a Bologna e addirittura il 49% a Milano, che si mostra la città più pronta a soddisfare i piccoli nuclei familiari. 

Non a caso, a Milano e Bologna, ma anche in parte a Torino e Roma, i nuovi progetti immobiliari o quelli da poco conclusi lasciano molto spazio a questo tipo di soluzioni abitative. 

Padova, Genova, Venezia: quando l’offerta non riflette la domanda

In controtendenza il dato su Padova, una delle più famose città universitarie italiane. Padova si trova infatti in top 10 per numero di famiglie mono nucleo, ma agli ultimi posti per offerta di soluzioni abitative piccole, che ammonta a poco più dell’11% del totale. 

Le ragioni dietro questo fenomeno sono da rintracciare nelle caratteristiche del mercato immobiliare cittadino, costituito principalmente da giovani studenti e neo laureati, che tendenzialmente preferiscono soluzioni in condivisione, e quindi più propensi alla ricerca di immobili in affitto rispetto a quelli in vendita. 

Se alcune città storiche si mostrano pronte per ospitare nuclei familiari sempre più frammentati nel prossimo futuro, altre arrancano: è il caso di Venezia e Genova, che presentano uno spaccato molto simile a quello di Padova, ovvero un numero di famiglie mono nucleo superiore al 45%, con un’offerta di monolocali e bilocali pari rispettivamente al 10,89% e al 10,71% del mercato immobiliare cittadino. 

Per comprendere i dati relativi a queste città, è necessario fornire una panoramica sulla situazione del mercato residenziale cittadino. A Genova, così come per Venezia, lo spazio per la costruzione di nuovi edifici residenziali è spesso ridotto all’osso. Questo fa sì che lo stock immobiliare nei due centri urbani sia fortemente obsoleto, composto principalmente da immobili di grandi dimensioni che poco si prestano alle necessità dei nuclei familiari moderni. 

Come si adeguerà lo stock immobiliare?

In futuro, per far fronte a questi nuovi nuclei familiari, il mercato immobiliare dovrà dare sempre più spazio e rilevanza a soluzioni abitative più piccole nei progetti di nuova costruzione, come già anticipato in precedenza. Qualora ciò non fosse possibile, una soluzione alternativa potrebbe essere rappresentata da interventi volti a ristrutturare e frammentare immobili di grandi dimensioni, creando nuove unità abitative più adatte alle richieste della “nuova famiglia all’italiana”. 

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