
Il decreto ingiuntivo condominiale è uno strumento legale che consente all’amministratore di condominio di recuperare le somme dovute dai condomini morosi, in modo rapido e con efficacia esecutiva. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta, come funziona, chi può richiederlo e quali sono i passi da seguire per ottenerlo.
Il decreto ingiuntivo è un provvedimento emesso dal Giudice su richiesta del creditore che, in questo caso, è il condominio. Serve a ottenere il pagamento dei contributi condominiali non versati da parte di uno o più condomini in riferimento ai servizi e beni comuni. Il condominio, attraverso l’amministratore, può dunque avviare una procedura giudiziaria per ottenere in tempi rapidi quanto dovuto dal condomino moroso.
Il soggetto legittimato a presentare richiesta di decreto ingiuntivo è l’amministratore di condominio, senza necessità di autorizzazione preventiva dell’assemblea condominiale, come stabilito dall’art. 63 delle Disposizioni di attuazione del Codice Civile. È importante sottolineare che l’amministratore può agire solo sulla base di un rendiconto approvato dall’assemblea che certifichi l’esistenza del credito.
A questo punto, dopo un primo sollecito bonario che solitamente avviene mediante comunicazione scritta, qualora il debitore non provveda al pagamento, l’amministratore può rivolgersi al Giudice affinchè venga formalmente intimato il pagamento.
I passaggi per ottenere un decreto ingiuntivo condominiale
Per ottenere il decreto ingiuntivo occorre seguire alcuni passaggi:
- Presenza di un rendiconto approvato: è necessario che l’assemblea condominiale abbia approvato il bilancio e il riparto delle spese da cui emerga il debito del condomino;
- Raccolta documentazione: l’amministratore deve predisporre tutta la documentazione che attesti il credito, inclusi verbali assembleari e solleciti inviati.
- Supporto di un legale: occorre farsi assistere da un avvocato affinché egli predisponga il ricorso per decreto ingiuntivo da presentare al Giudice competente (solitamente il Tribunale del luogo in cui si trova l’immobile).
- Emissione del decreto ingiuntivo: se il giudice ritiene fondata la richiesta, emette il decreto ingiuntivo, ordinando al debitore di pagare entro 40 giorni dalla data di notifica, pena, in mancanza di opposizione, dell’esecutività del provvedimento.
- Notifica al debitore: il decreto deve essere notificato al condomino moroso entro 60 giorni dall’emissione.
- Esecuzione forzata: l’amministratore, in rappresentanza del condominio può avviare la procedura per ottenere il pignoramento dei beni del debitore (stipendio, conto corrente, immobili).
Quando richiedere il decreto ingiuntivo e come opporsi
Il decreto ingiuntivo condominiale è uno strumento giuridico utile per recuperare velocemente le quote condominiali non pagate. Ma quando è il momento giusto per richiederlo? E cosa può fare un condomino che riceve un decreto ingiuntivo e vuole opporsi?
L’amministratore di condominio può richiedere un decreto ingiuntivo ogni volta che uno o più condomini non versano le quote previste per le spese comuni. È importante che il credito sia certo, liquido ed esigibile, cioè sia:
- derivante da un bilancio approvato dall’assemblea condominiale;
- ben quantificato (liquido);
- già scaduto il termine per il pagamento.
Una volta che il Giudice ha emesso il decreto ingiuntivo, se il pagamento non avviene entro il termine di 40 giorni dalla notifica e non c’è opposizione, il decreto diventa esecutivo e si può procedere con il pignoramento.
Entro i 40 giorni indicati il condomino moroso può decidere di fare opposizione al decreto ingiuntivo se ritiene il credito infondato.
In questo caso:
- si apre un processo ordinario, durante il quale il giudice valuta se il credito è realmente dovuto;
- l’opposizione deve essere motivata e supportata da prove (es. spese non approvate, errori nel riparto).
Attenzione: il solo fatto di non aver partecipato all’assemblea non basta per contestare il decreto. È necessario dimostrare irregolarità formali o sostanziali.
Mancato pagamento delle spese condominiali: rischi e strategie di recupero
Il mancato pagamento delle spese condominiali è uno dei problemi più comuni all’interno della gestione di un condominio. Le spese comuni servono a coprire costi essenziali come manutenzione, pulizia, luce delle scale, riscaldamento, assicurazione e interventi straordinari. Quando un condomino non paga, ne risente l’intera collettività condominiale.
Se, come abbiamo visto molti sono i rischi per il condomino che non paga, anche l’intera compagine condominiale subisce i rischi del mancato versamento dei contributi condominiali.
Il condomino che non paga le spese condominiali va incontro a conseguenze legali ed economiche anche gravi.
Dal lato del moroso oltre al rischio di vedere pignorati i propri beni bisogna mettere in conto che la crifra da corrispondere nel corso del tempo subirà un incremento. Saranno dovuti infatti anche gli interessi e le spese legali per la procedura avviata dal condominio. Da non sottovalutare inoltre è la difficoltà nel vendere l’immobile: in caso di vendita, il notaio è tenuto a verificare eventuali morosità condominiali. Questo può bloccare la transazione o ridurre il valore dell’immobile.
Strategie per il recupero delle spese condominiali
Per tutelare il bilancio condominiale, l’amministratore deve agire tempestivamente con una strategia chiara. Ecco i principali strumenti di recupero:
1. Solleciti bonari: Il primo passo è sempre il tentativo di recupero in via amichevole. L’amministratore può inviare solleciti scritti o email per ricordare la scadenza delle quote e invitare il pagamento.
2.accordi stragiudiziali: in alcuni casi, può essere utile proporre un piano di rientro o una rateizzazione del debito. Questo approccio può evitare contenziosi e velocizzare la soluzione del problema.
3. Decreto ingiuntivo ed Esecuzione forzata: se i tentativi falliscono si passerà alle vie legali
5. Assicurazione contro morosità: alcuni condomini scelgono di stipulare una polizza assicurativa per tutelarsi in caso di morosità, coprendo temporaneamente le spese non versate.
Quali sono le conseguenze del mancato pagamento per il condominio
Il mancato pagamento delle spese condominiali non è solo un problema del singolo, ma ha effetti negativi sull’intera comunità condominiale.
Il mancato pagamento delle spese condominiali mette in difficoltà l’intero condominio poiché comporta una serie di situazioni negative, prime tra tutte uno squilibrio finanziario. Il condominio funziona come una piccola azienda: ha entrate (le quote condominiali) e uscite (le spese comuni). Se anche solo alcuni condomini non pagano, si crea un buco di bilancio che può impedire il regolare pagamento di fornitori, manutenzioni e servizi.
Esempio: se il 15% dei condomini non paga, l’amministratore potrebbe non riuscire a saldare le fatture della ditta delle pulizie o dell’energia elettrica.
In caso di morosità estesa i servizi possono essere interrotti o sospesi. I fornitori (es. elettricisti, ditte di manutenzione, portierato) possono sospendere i servizi fino a quando non ricevono i pagamenti. Il condominio rischia quindi di trovarsi senza luce nelle scale, con l’ascensore guasto o senza pulizie regolari.
Spesso, per coprire le spese urgenti, l’amministratore è costretto a chiedere ulteriori versamenti ai condomini in regola. Questo genera malumori e senso di ingiustizia, perché i paganti si trovano a dover coprire i debiti altrui.
La morosità condominiale genera spesso conflitti tra vicini, accuse reciproche e sfiducia verso l’amministrazione. In assemblea, si rischia un clima teso che ostacola ogni decisione.
Se i fondi mancano, le manutenzioni ordinarie e straordinarie vengono rimandate. Col tempo l’edificio si degrada, e questo incide negativamente sul valore commerciale degli appartamenti. Insomma, sono del tutto evidenti le complicazioni nella gestione amministrativa.
L’amministratore deve impiegare più tempo e risorse per seguire le pratiche di recupero crediti, inviare solleciti, avviare decreti ingiuntivi e gestire gli eventuali contenziosi. Questo può tradursi anche in maggiore compenso richiesto dall’amministratore.
Quando si prescrivono le spese condominiali
Gli oneri condominiali, ovvero le quote che ogni condomino è tenuto a versare per le spese comuni, possono andare in prescrizione se non vengono richiesti nei tempi stabiliti dalla legge. Conoscere i termini di prescrizione delle spese condominiali è fondamentale sia per gli amministratori sia per i singoli condomini, per evitare contestazioni o perdite economiche.
Secondo l’articolo 2948 del Codice Civile, gli oneri condominiali si prescrivono in 5 anni. Questo significa che, trascorso questo periodo senza che il condominio abbia richiesto il pagamento, il diritto al recupero delle somme non può più essere fatto valere.
Facciamo un esempio pratico: se un condomino non paga la quota relativa al riscaldamento dell’anno 2019, il condominio ha tempo fino al 31 dicembre 2024 per richiederla formalmente, altrimenti il credito si prescrive.
La giurisprudenza della Cassazione tuttavia ha offerto un importante chiarimento in materia effettuando una differenza tra spese ordinarie e spese straordinarie. Soltanto per le prime ci sarebbe una prescrizione quinquennale in quanto per le spese di carattere straordinario la prescrizione sarebbe di 10 anni.
La prescrizione inizia a decorrere dal momento in cui l’obbligo di pagamento diventa esigibile, ovvero dalla data in cui l’assemblea condominiale approva il rendiconto e il riparto delle spese. Non conta quindi la data della spesa, ma quella dell’approvazione assembleare.
È importante inoltre conoscere quali sono le modalità per interrompere la prescrizione. Il decorso di questo periodo di tempo può infatti essere interrotto con il compimento di alcuni atti formali.
Si tratta di:
- una lettera di messa in mora inviata dall’amministratore al condomino moroso;
- un ricorso per decreto ingiuntivo;
- un’azione legale per il recupero del credito.
Dopo ogni interruzione, il termine di prescrizione riparte dall’inizio.
Se il termine è decorso senza interruzioni, il condomino che non ha pagato può opporsi al pagamento facendo valere la prescrizione. Il giudice, se rileva che i tempi sono stati superati, dichiarerà il credito inesigibile.
Conoscere i termini di prescrizione delle quote condominiali è essenziale per evitare la perdita del diritto di credito da parte del condominio e per tutelare i diritti dei condomini. L’amministratore deve monitorare con attenzione le scadenze e agire in modo tempestivo per recuperare eventuali morosità.

Laureata in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Torino lavoro nel mondo delle assicurazioni. Sono appassionata di libri, cinema e comunicazione e dal 2013 ho iniziato la mia esperienza in continua evoluzione come web writer.