I progressi nei big data e l’avvento dei robot stanno facendo si che il lavoro del perito immobiliare si stia automatizzando sempre più. Il sito americano Zillow assicura che i suoi algoritmi stanno imparando a catturare non solo i dati sul valore della proprietà in un determinato quartiere, ma anche indicatori di prezzo più sofisticati, ad esempio se l’abitazione ha il parquet o la cucina in granito. E alcuni istituti di credito – come l’americano Freddie Mac – cominciano ad essere familiari con questo tipo di software e ad emettere le prime operazioni di mutuo senza avvalersi del lavoro umano.
E i periti statunitensi – categoria già abbastanza bistrattata nel periodo della crisi – ne stanno già soffrendo. Durante il boom immobiliare agenti immobiliari e istituti finanziari operavano spesso pressioni sui periti per far sì che dessero valutazioni superiori rispetto al reale valore delle case ipotecate, sotto minaccia di far perdere loro l’incarico. Così, quando il mercato è crollato, i periti sono stati il primo capro espiatorio e vennero accusati di aver gonfiato il valore degli immobili e di aver contribuito allo scoppio della bolla immobiliare. In tutta risposta, le autorità di regolamentazione hanno reso sempre più difficile l’accesso alla professione, imponendo requisiti d’ingresso più elevati. Tant’è che l’età media di un perito americano si è alzata in maniera considerevole. Ad esempio, nello stato dell’Illinois l’età media di un perito è di 58 anni e quasi nessuno va a sostituire i pensionati.
Gli istituti di credito sono sempre più propensi ad utilizzare stime effettuate da software, perché l’operazione di valutazione è pressoché istantanea, il costo del software è di gran lunga più economico rispetto al costo del lavoro umano e le stime si stanno rivelando molto affidabili.
Nel frattempo, la categoria dei valutatori si consola con l’idea che un algoritmo ha pur sempre bisogno di basarsi sulla stima di un immobile comparabile su cui operare un confronto per effettuare la valutazione, stima alla quale verrà apportato un aggiustamento sulla base di n fattori. Quindi vedono difficile l’applicazione di un metodo automatizzato su immobili per cui non esistono comparables raffrontabili. E che, del resto, alcuni elementi puramente qualitativi sono difficilmente valutabili da un software. Ad esempio, un computer non può sapere se il proprietario precedente ha rubato tutti gli accessori da bagno.
Ma da Zillow dicono che i loro tecnici stanno studiando un modo per rendere matematicamente apprezzabili gli aspetti più qualitativi sfruttando la galleria di foto fornita per ogni immobile dalle agenzie immobiliari. Zillow prevede di lanciare l’algoritmo entro quest’anno. Il margine di errore previsto tra la stima e il prezzo di vendita è del 5%.
Web enthusiast, appassionata di viaggi, libri e scrittura. Siciliana d’origine, milanese d’adozione, dopo una laurea in Management presso l’Università Bocconi di Milano, entra a contatto col mondo delle startup e del Prop-tech. Oggi lavora come Consulente di Marketing.