23 Maggio 2017, 15:55

L’Europa chiede all’Italia di reintrodurre l’imposta sulla prima casa, ma solo per i soggetti ad alto reddito. La misura è prevista nel pacchetto di ‘Raccomandazioni specifiche per Paese’ diffuso il 22 maggio. Le altre misure riguardano la riforma del catasto e l’ampliamento dell’obbligo di fatturazione e di pagamento elettronici. La trattativa sarà rimandata all’autunno, ma nel frattempo la Commissione indicherà già nel dettaglio alcune misure concrete da prendere.

Con la legge di Stabilità 2014 l’IMU non è più dovuta sulla prima casa e relative pertinenze. L’unica eccezione riguarda il caso di immobili di lusso, quindi rientranti nelle categorie catastali A/1, A/9 e A/8 per le quali continua ad applicarsi l’aliquota ridotta e la detrazione di 200 euro. Resta invece in vigore l’IMU sulla seconda casa.

Con la reintroduzione dell’Imu sulla prima casa per le famiglie sopra un certo reddito, Bruxelles si propone di spostare l’imposizione fiscale italiana dai fattori di produzione (per esempio le imposte sul lavoro) ai fattori che hanno meno impatto sulla crescita (come la tassa sulla prima casa per i redditi alti). Altre misure riguarderanno il ridimensionamento della spesa pubblica. Tutto questo perché da qui a ottobre bisognerà trovare tra i 5 e i 10 miliardi. Ma il confronto interno alla Commissione ha portato a una linea più morbida che permetterà di prendere in considerazione le circostanze particolari. Nelle raccomandazioni è infatti precisato che lo sforzo richiesto all’Italia dovrà essere robusto per assicurare la sostenibilità delle finanze pubbliche, ma non dovrà pregiudicare la crescita.

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